La tendenza a porgere le guance degli altri sulla guerra in Ucraina (linkiesta.it)

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Sventola bandiera bianca

Le parole pronunciate dal Papa, le reazioni, l’entusiasmo della portavoce di Putin e le precisazioni della Santa Sede. Difficile però convincersi che le frasi di Bergoglio non fossero un invito a Kyjiv ad arrendersi – spiega Francesco Cundari nella newsletter “La Linea”. Arriva tutte le mattine dal lunedì al venerdì più o meno alle sette

Le parole pronunciate da papa Francesco sull’Ucraina a proposito del coraggio necessario ad alzare bandiera bianca hanno suscitato molte reazioni e varie precisazioni. All’origine di tutto sta un’intervista alla Radio Televisione Svizzera in cui – alla domanda: «In Ucraina c’è chi chiede il coraggio della resa, della bandiera bianca. Ma altri dicono che così si legittimerebbe il più forte. Cosa pensa?» – il pontefice risponde testualmente: «È un’interpretazione. Ma credo che è più forte quello che vede la situazione, pensa al popolo e ha il coraggio della bandiera bianca e negoziare» (per chi fosse interessato al resto, la trascrizione dell’intervista è stata pubblicata su Vatican News).

Inevitabilmente, i giornali di oggi sono pieni delle suddette reazioni e precisazioni. Per una volta, tuttavia, tralascerò l’osceno entusiasmo dei numerosi portavoce di Putin che affollano il nostro dibattito pubblico, e mi limiterò alle parole della portavoce ufficiale,

Maria Zakharova, secondo la quale «il papa chiede all’Occidente di ammettere che si è sbagliato». Anche perché è forse l’unica volta che mi sembrano persuasive.

Nessuna rettifica riuscirà a convincermi che bandiera bianca non significhi resa

Non posso dire lo stesso delle numerose precisazioni provenienti dalla Santa sede, dal portavoce della sala stampa vaticana al Nunzio apostolico, nessuna delle quali è riuscita a convincermi del fatto che alzare bandiera bianca non sia sinonimo di resa, o che invitare la vittima ad arrendersi al suo oppressore sia un atto di carità cristiana.

A meno di non intendere il precetto evangelico della non resistenza al male non già come il più alto ideale e il più arduo compito che un essere umano possa prefiggersi, bensì come la prima e più comoda risposta da dare a chi ci chiede aiuto: porgi l’altra guancia, arrenditi e non mi scocciare.

Sul piano teologico non saprei dire, ma sul piano etico mi pare ci sia una bella differenza. Resta il fatto, non edificante, che quando si parla di guerra in Ucraina emerge dalle nostre parti una diffusa tendenza a porgere le guance degli altri.

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