di Antonio Musella
Lo street artist napoletano Jorit con Vladimir Putin: incontro, abbraccio e selfie al Festival dei Giovani di Sochi:
“Voglio dimostrare che sei umano come tutti”
Tutto era iniziato con il murales di Dostoevskij sulla facciata del liceo “Righi” di Fuorigrotta, Napoli. Fu proprio Vladimir Putin in persona a magnificarlo, spiegando come in Italia vi fossero amici dei russi. L’invasione dell’Ucraina era iniziata da poche settimane, e così Ciro Cerullo in arte Jorit Agoch, street artist napoletano, iniziò un vero e proprio percorso di avvicinamento al Cremlino.
Noto in città per aver raffigurato il volto di Diego Armando Maradona sulle palazzine popolari di via Taverna del Ferro, nel quartiere di S. Giovanni a Teduccio, Jorit è originario di Quarto, comune flegreo alle porte di Napoli. È stato tra i protagonisti principali della nuova stagione della street art napoletana che oggi vede decine di palazzi ed edifici in città che ospitano gigantografie di personaggi storici.
Lui è stato tra i primi, ma è stato anche uno di quegli artisti che ha beneficiato dell’investimento di soldi pubblici sulle opere di street art. Il Comune di Napoli e la Regione Campania hanno stanziato centinaia di migliaia di euro per le opere di Jorit che ricoprono edifici simbolici in città. Ma torniamo al suo avvicinamento verso Putin.
Da Dostoevski al murales “tarocco” di Mariupol
Dopo le parole del Cremlino a commento dell’opera su Dostojevski, Jorit appare diverse volte come ospite di trasmissioni televisive dove esprime da subito una posizione tanto semplicistica quanto assai simile alla propaganda di Putin.
In Ucraina non c’è una guerra, ma sono tutti nazisti che opprimono le minoranze russe, e poi la Nato ha circondato la Russia, e quindi Putin si sta solo difendendo. Sembra di sentire un lancio di agenzia della Tass, ma sono i concetti essenziali del suo ragionamento.
Dopo quella fase, per un lungo periodo lo street artist napoletano sparisce dal dibattito sulla guerra, e in verità anche dal dibattito pubblico. Ma il suo ritorno è con “il botto”. Jorit va nella città occupata di Mariupol, in Ucraina, realizza il volto di una bambina su un palazzo, sostenendo che si tratta di un palazzo bombardato dalla NATO. Peccato che la NATO non ha mai bombardato Mariupol, che è una città martire dell’Ucraina, ancora oggi occupata dai militari russi. Ma non è tutto.
Dopo qualche giorno dalla pubblicazione del post in cui si parlava della Russia come dei liberatori della città, si scopre che il volto di quella bambina raffigurava la figlia di una nota fotografa internazionale Helen Whittle, che con quella foto aveva vinto anche un premio internazionale. Proprio a Fanpage.it, Whittle aveva denunciato la circostanza annunciando azioni legali.
Jorit aveva replicato spiegando di aver preso solo “ispirazione”, continuando a sostenere che l’Italia non dovrebbe aiutare l’Ucraina. D’altronde quella di Mariupol sembra proprio un’operazione a tavolino.
Come ha fatto l’artista italiano a raggiungere la città occupata? Che supporto ha avuto dalle forze di sicurezza russe? Chi ha pagato l’opera realizzata a Mariupol? Di certo il tutto è stato preparato molto bene. Arriviamo quindi all’ultima uscita dell’artista che al Festival della Gioventù a Sochi, in Russia, prima ha chiesto a Putin di fare una foto con lui, sapendo benissimo che avrebbe fatto il giro del mondo.
“Voglio dimostrare a tutti che sei un essere umano come tutti noi”, ha detto, e poi lo scatto che è diventato l’ennesimo messaggio della propaganda russa nel nostro Paese. Un’altra operazione preparata a tavolino.
Lo strumento di propaganda del Cremlino
L’ennesimo endorsement di Jorit a Putin arriva pochi giorni dopo che la Corte Penale Internazionale ha spiccato due mandati di arresto per due ufficiali dell’esercito russo accusati di crimini di guerra in Ucraina. È il secondo “messaggio cifrato” che Putin lancia all’Italia in poche settimane. Il 20 febbraio scorso durante un incontro pubblico all’Università di Mosca, una studentessa italiana chiese a Putin i suoi rapporti con l’Italia.
“L’Italia ci è sempre stata vicina, ricordo come sono stato accolto da voi, mi sono sempre sentito a casa” commentò il leader del Cremlino. Subito dopo, intervistata dalle tv italiane, la studentessa disse che la Russia è un paese libero, dove c’è possibilità di dissenso. Solo pochi giorni prima era morto in carcere Alexei Navalny, il più grande oppositore dell’attuale presidente della Federazione Russia.
Uscite pubbliche, selfie che fanno il giro del mondo, murales che riprendono la propaganda del dittatore del Cremlino, ma anche un vero e proprio piano di propaganda nel nostro paese, come le iniziative pro Russia in serie lanciate nel nostro paese nel mese di Gennaio, e svelate da Fanpage.it. Una vera e propria strategia per condizionare l’opinione pubblica italiana, alla quale evidentemente si prestano anche figure più o meno note nel nostro paese.
Sochi, Russia. Al Festival della Gioventù lo street artist italiano Jorit (quello del murales nella Mariupol occupata) chiede un selfie a Putin: «Voglio mostrare all’Italia che sei un essere umano come tutti gli altri e contrastare la propaganda occidentale». Lo zar acconsente e… pic.twitter.com/hxd36ZqdzO
— Marco Fattorini (@MarcoFattorini) March 6, 2024
Ma qual è il senso di tutto questo? Lo abbiamo chiesto a Giovanni Savino, docente dell’Università Federico II di Napoli, già docente in Russia prima della guerra e costretto alla fuga dopo l’invasione dell’Ucraina. “Per Putin queste iniziative servono a mostrare di avere il sostegno di alcuni settori della società italiana e in generale occidentale, per indicare come in realtà il suo sistema di potere non sia poi così isolato e colpito dalle sanzioni” spiega Savino.
“All’interno della Russia serve a riaffermare l’idea che Putin sia un leader rispettato nel mondo, che abbia amici illustri. Quanto riesca però a esser convincente una esposizione di personaggi vuoi già noti per le loro posizioni, vuoi appartenenti al mondo del cinema che fu, è tutto da vedere”.
La gioia dello street artist italiano #Jorit dopo la foto con Putin al Festival della Gioventù di Sochi. Queste sì che sono soddisfazioni! pic.twitter.com/quTAmKTwOP
— Marco Fattorini (@MarcoFattorini) March 7, 2024
Gli interessi internazionali e le ripercussioni in Italia
Resta da capire quanto figure come Jorit siano consapevoli fino in fondo di diventare strumenti di propaganda di un personaggio accusato di crimini contro l’umanità, oppure si tratta di posizioni ideologiche alla buona, frutto di una visione del mondo che probabilmente si è fermata a prima del 1989.
“Credo sia corretto definire il contesto in cui agiscono queste figure, in cui perseguono la ricerca di un proprio spazio personale anche attraverso il sostegno dato a Putin e ottenuto” sottolinea il prof. Savino.
“È come se, oltre alle forze politiche, oggi si cercasse da parte del Cremlino di ottenere visibilità così, in cambio per i nuovi amici di Mosca vi è anche un ritorno d’immagine all’interno del paese, con eventi e iniziative a cui si può essere invitati come ospiti da quell’Occidente i cui governi sono ostili ma che hanno gente come loro sensibile al richiamo del presidente. Un rapporto insomma dove le ragioni ideologiche spesso non sono la cosa di primaria importanza”.
Insomma non solo propaganda ma anche un ritorno che può essere di immagine o di altro tipo. Intanto Jorit resta un artista che in Italia lavora a stretto contatto con le amministrazioni pubbliche. Molti Comuni ed altri enti pubblici commissionano opere all’artista pagate con finanziamenti pubblici.
Proprio recentemente il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, ha assicurato a Jorit che potrà rifare il “Maradona D10s Umano” dipinto sulla facciata delle case popolari a San Giovanni a Teduccio, una volta che sarà completata l’opera di rigenerazione del rione popolare. Avverrà con soldi pubblici? Dopo questa lunga serie di uscite a favore della propaganda russa cambierà questa decisione?