La termodinamica e il futuro premio Nobel… (butac.it)

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Ancora una volta, un macchinario che promette 
di "azzerare il consumo di energia" in barba a 
qualsiasi principio della fisica...

Ci avete segnalato un articolo apparso su DDay, articolo che non è una bufala, ma che riteniamo sia interessante trattare anche qui su BUTAC.

Roberto Pezzali, autore dell’articolo, ci racconta di un’invenzione che lui stesso definisce “troppo bella per essere vera”, e ha assolutamente ragione. Racconta l’articolo:

Al Key Energy di Rimini una azienda ha portato una pompa di calore modificata con un generatore: secondo i proprietari dell’azienda questa pompa non richiede energia, anzi, può addirittura produrre energia. Con buona pace del secondo principio della termodinamica.

Pezzali, giustamente, evita di dare visibilità all’azienda in questione, ci racconta solo che è di Cuneo. E anche noi eviteremo di cercare chi possano essere, non è importante. Quello che però deve essere chiaro a tutti è che un macchinario che sfidasse i principi della termodinamica, principi che spiegano perché quanto sostenuto dall’azienda non è possibile, non sarebbe stato solo brevettato ma sarebbe quasi automaticamente vincitore del prossimo premio Nobel.

Chi avesse realmente in mano un’invenzione di tale portata non andrebbe al Key Energy di Rimini a cercare investitori, gli basterebbe mostrare la macchina in funzione per ricevere fondi a pioggia.

Questa è il cartellone che pubblicizzava questa magica pompa di calore alla fiera di Rimini:

Per chi avesse difficoltà a leggerne il testo ve lo riportiamo per intero:

Nuovo sistema made in Italy, con
BREVETTO DEPOSITATO
di riscaldamento/raffreddamento
in pompa di calore con recupero dell’energia.
Tutte le attuali pompe di calore presenti sul mercato
hanno dei consumi di energia importanti, la nostra
pompa di calore è in grado di azzerare il consumo di
energia sfruttando un generatore (opportunamente
modificato) nell’unità esterna della pompa di calore.
Il sistema può funzionare sia connesso alla rete sia ad
isola e non necessita di nessun tipo di manutenzione
(ad esclusione di quella relativa alla PDC stessa).
Questo accorgimento ci permette di aumentare anche
la durata della ventola in quanto è soggetta a meno
vibrazioni.

RISCALDATI O RAFFRESCATI RISPARMIANDO!!

In fisica, un dispositivo che produce più energia di quella che consuma viene chiamato “macchina a moto perpetuo di seconda specie“, e la sua impossibilità è stabilita dal secondo principio della termodinamica. Secondo questo principio, non è possibile creare un sistema che, operando in un ciclo, converta integralmente il calore assorbito in lavoro. Ogni macchina reale ha delle inefficienze che limitano la sua capacità di convertire il calore in lavoro, e parte dell’energia fornita al sistema viene sempre dissipata sotto forma di calore.

L’assenza di prove concrete e la mancanza di dettagli tecnici che possano essere verificati e valutati dalla comunità scientifica rendono impossibile prendere sul serio tali affermazioni senza una verifica indipendente e rigorosa. Qualsiasi affermazione che sfidi i principi fondamentali della fisica richiede un’analisi critica e un’esame dettagliato, basato su prove concrete e validazione scientifica.

Non è la prima volta che ci troviamo di fronte ad aziende che riescono a raccogliere denari grazie alla loro presenza in fiere ed eventi pubblici, presentando progetti che nella realtà dei fatti sono impossibili da realizzare. Sarebbe bello se chi organizza questi eventi avesse una forma di controllo su quanto viene venduto o presentato durante l’evento stesso, per evitare che qualcuno si faccia turlupinare.

Perché abbiamo deciso di parlarne su BUTAC?

Perché se quest’azienda da Cuneo è andata a Rimini per la fiera sull’energia, significa che stanno facendo pesca a strascico e con quel cartellone gireranno lo stivale cercando dove possibile di raccogliere l’interesse del pubblico, e magari qualche potenziale investitore. Cercare di spiegare che senza prove provate del funzionamento del macchinario siamo di fronte a un’invenzione impossibile riteniamo sia importantissimo.

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