di PAOLO ROSATO
Azione: "Postura istituzionale scorretta, ora non faccia favoritismi".
Ma lui difende il collettivo: “Realtà importante, al di là del tema dei muri”.
Quella su Làbas è una discussione giuridica o politica? Il confine si perde continuamente, in questi giorni, dopo che il Tar ha semplicemente annullato l’assegnazione degli spazi di Vicolo Bolognetti al collettivo, si intrecciano dichiarazioni che a volte hanno poco a che fare con il punto della questione. “Un piano economico finanziario talmente carente che non poteva essere passibile di apprezzamento”, hanno scritto i giudici amministrativi. Mentre il Comune di punti, per quel piano, gliene aveva dati 9 su 10.
Tutto da rifare, e dalle varie risposte che sta dando il sindaco Matteo Lepore tutto lascia pensare che sì, forse un ricorso al Consiglio di Stato ci sarà, ma che più probabilmente ci si sta già muovendo per trovare una nuova casa al ‘municipio sociale’. Con tempi molto dilatati, nelle intenzioni di Palazzo d’Accursio. Ma c’è una sentenza del Tar da ottemperare, e forse troppo tempo non c’è per dibattere una soluzione.
Ieri sul tema è intervenuto Marco Lisei: “Làbas ha trasformato vicolo Bolognetti, ex sede di Quartiere avuta in premio da Virginio Merola, in una proprietà privata, una vera e propria zona franca – ha attaccato il senatore di FdI –, nella quale entri se sei gradito”.
Molti componenti del Pd “lottarono contro questa scelta” e proprio da lì nacque il ricorso promosso anche da Otello Ciavatti. Ora, restituire l’immobile a quelle associazioni “sarebbe un ottimo modo di ricordare Ciavatti e le sue battaglie. Mi auguro che il sindaco non ricorra, rispetti la sentenza del Tar e collabori con le istituzioni”. Lisei ha citato anche l’ex caserma Masini, “da cui Làbas è stata sfrattata e sulla quale il Comune ha avuto gli usi temporanei, dove auspichiamo prevalga il progetto più utile ai residenti”.
Proprio Lepore ieri ha annunciato ai cronisti di aver finalmente “letto” la sentenza del Tar, e ha confermato che il Comune sul punto prende tempo, il dossier passa in mano all’assessore al Patrimonio, Raffaele Laudani. Non solo, Lepore ha anche preso la palla al balzo per attaccare il comitato contro l’ampliamento delle Scuole Besta: “Ho deciso che sarà l’assessore Laudani a curare la questione, assieme all’avvocatura di Stato, si deciderà quindi se fare o meno appello – ha sottolineato –. È una questione di diversi anni fa (quattro anni, non un’eternità, ndr), e afferisce ai punteggi dati da una commissione tecnica ai partecipanti. L’esperienza di Làbas è preziosa e va salvaguardata, sono spazi frequentati da migliaia di ragazzi, vedremo come portarla avanti, il tema va al di là delle dispute sui muri. Làbas cambierà casa? Presto per dirlo”.
Il collettivo ha diffuso un video dove si è detto pronto a “disobbedire”. Lepore, a domanda su questo, ha scelto di attaccare il viceministro ai Trasporti, Galeazzo Bignami: “Forse hanno visto i video di Bignami che va a braccetto con Xm24. La politica dovrebbe smetterla di scimmiottarsi e dovrebbe pensare al bene della comunità”. E se Làbas occupasse Vicolo Bolognetti? “Non hanno bisogno di occupare niente. Gli unici che stanno occupando sono al parco Don Bosco, sostenuti dal centrodestra”, ha aggiunto Lepore.
Critica sull’atteggiamento di Lepore riguardo Làbas è Azione. “Le sentenze si rispettano e le leggi si applicano. Lepore ne prenda atto e faccia autocritica su una scelta sbagliata ed illegittima – ha affermato la sezione bolognese –. La decisione del Tar meriterebbe una riflessione più seria della reazione imbarazzata da parte dell’amministrazione comunale. E’ legittima la volontà del Comune di ricorrere al Consiglio di Stato, ma derubricare la vicenda come ‘poco urgente per il sindaco’, è poco serio per la postura istituzionale che dovrebbe tenere il sindaco”.
Chi sta con Làbas è invece Coalizione Civica: “Pur non entrando nel merito degli elementi tecnici di una lunga battaglia politica mascherata da battaglia giudiziaria, esprimiamo pieno sostegno a Làbas e alle associazioni che gestiscono Vicolo Bolognetti”.