Giuseppe Conte rinnega uno dei cardini del Movimento 5 Stelle:
lo slogan dell’uno vale uno.
E riceve applausi scroscianti. «Questa cosa che abbiamo detto in passato, “uno vale uno” non significa che se devi assegnare un incarico così complicato e pubblico ci può andare chiunque; questo è un messaggio sbagliato» ha detto il leader del M5s nel suo intervento all’assemblea regionale Lombardia, ieri a Milano. «“Uno vale uno”» ha precisato, «significa che la nostra deve essere una comunità in cui tutti devono poter contare».
Subito dopo le sue parole è scattato un fragoroso applauso da parte degli attivisti presenti in sala. Uno dei quali, tra i più anziani, ha voluto abbracciare il leader e, preso il microfono, ha detto: «Io sono un ex militante comunista e tu sei il mio secondo Enrico Berlinguer».
«Dobbiamo continuare a votare online» ha proseguito Conte dopo il siparietto, «dobbiamo consentire, a differenza degli altri, anche all’ultimo non iscritto di poter partecipare alle decisioni più importanti, che continueranno ad essere decise online. Abbiamo una piattaforma, che abbiamo già usato e che stiamo perfezionando sempre di più, in modo da dare la possibilità a tutti di votare, ma anche di partecipare».
In questo contesto, ha sottolineato Conte, «un altro pilastro è rappresentato dalla scuola di formazione, che significa: se vuoi lavorare per la tua comunità, devi saper dare soluzioni che siano affidabili e concrete. E per fare questo c’è bisogno di studiare. La scuola di formazione serve proprio a questo. Io per primo studio e continuo a studiare; non potrei essere un leader se non studiassi».