Meno voti che sigle

di Luigi Mascheroni

Giù la maschera

La politica, disse un vecchio parlamentare, è l’unico ambiente dove una puttana si sente a proprio agio. Dimenticò di dire che il casino è l’unico posto dove tanti politici si sentono a casa.

Si troveranno bene quindi, immaginiamo, i politicanti e le politicazze che in queste ore stanno convogliando verso il listone di Cateno De Luca, sindaco di Taormina e leader di «Sud chiama Nord» – e speriamo qualcuno risponda – il cui simbolo per le prossime elezioni europee ha battuto il record assoluto di sigle raccolte: 17. E nella paura che porti sfortuna ci sono ancora quattro spazi disponibili nel logo. Più che un campo largo, un latifondo.

Il suo «Fronte delle Libertà» a garanzia del quale come presidente c’è la 5 Stelle Laura Castelli, una che avrebbe potuto essere una grande viceministra dell’Economia se non si fosse occupata di politiche economiche raggruppa autonomisti valdostani, ex grillini, No Vax, Pensionati, animalisti, agricoltori, il Capitano Ultimo, Italexit, Euroexit, Onuexit… Più che un’alleanza, una gang bang. Mancano i gilet arancioni, «Gaza per Parenzo», i due Unicorni e poi ci siamo.

Cateno Roberto Salvatore De Luca che ha più sigle che nomi, tutti inutili, e che dalla stampa locale è soprannominato Scateno per i suoi modi, diciamo così, appariscenti punta al 4%, la soglia di sbarramento. Finirà come sempre in questi casi. Una pernacchia. Raccoglierà meno voti che sigle.

I politici sguazzano nelle ammucchiate. Ma gli elettori sono tradizionalisti.

(Hans-Peter Gauster)

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