Il male che torna tra noi (corriere.it)

di Antonio Polito

La speranza di un’Italia migliore che si è 
accesa nei giorni della solidarietà non va 
abbandonata con un’alzata di spalle, perché 
tanto il mondo questo è, e sempre così sarà

Il ritorno del male fa notizia. Le vicende della caserma Levante, le torture e le orge, voluttà del crimine in chi avrebbe dovuto combatterlo, si sono svolte in pieno lockdown e in una città martire del Covid, a Piacenza, dove i morti sono stati quasi mille; gli orchi erano in azione proprio mentre noi ci ripetevamo che dalla crisi saremmo usciti migliori, restituiti a una più solidale e profonda umanità.

Ovunque il male si sta riappropriando della sua normalità, della sua banalità. A Roma bande di ragazzini travestiti da Arancia meccanica sputano su citofoni e portoni per sfregio alle norme di igiene; oppure bastonano e rapinano un cinquantenne al grido di «ebreo di merda»; o pestano a sangue un custode pachistano per vedere «l’effetto che fa un nero svenuto sul marciapiedi».

A Milano un ventenne, clandestino e di origini senegalesi, è accusato dalla prova del Dna di aver violentato una ragazza nel parco. A Vittorio Veneto un gruppo di minorenni, convinti che non avrebbero mai potuto punirli grazie all’età, terrorizzavano i negozianti con estorsioni e minacce.

A Verona due padri italiani hanno pestato le mogli e le figlie. In tutta Europa il lockdown ha prodotto un’impennata negli scambi di materiali pedopornografici sul web … leggi tutto

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