di David Puente
FACT-CHECKING
In diverse occasioni ha chiesto di rendere note le bufale che avrebbe pubblicato. Eccone alcune a partire dal 2022
Màrcio Forti era un perfetto sconosciuto, fino a quando venne intervistato da Russia Today e rilanciato poco dopo dalla rete dei siti della propaganda russa attraverso una falsa notizia. Grazie a questa operazione, Forti potrebbe diventare un nuovo volto e punto di riferimento dei filorussi, soprattutto se si dimostrerà mediaticamente funzionale. Una storia simile, ma non identica, è quella del giovane torinese Amedeo Avondet, spesso ospite delle reti televisive italiane soprattutto a seguito del suo coinvolgimento con il sito Il-Corrispondente.com. Come per Forti, è diventato un volto noto grazie a un’intervista pubblicata dal media russo Izvestia e attraverso il suo canale Telegram “Italia Unita” ha diffuso contenuti e false notizie appartenenti alla propaganda russa. In questo articolo riporteremo soprattutto quelle pubblicate durante il primo anno di guerra, per arrivare quella più recente dove viene coinvolta Open.
Chi è Amedeo Avondet
Come riportato da Pagella Politica, Avondet era un giovane attivista di Fratelli d’Italia. Non ebbe molta fortuna all’interno del partito, finendo in qualche modo “inquadrato” negativamente dalla dirigenza, la quale avrebbe posto «un veto» alla sua candidatura per le comunali del capoluogo piemontese. Si sostiene che a seguito di una manifestazione filorussa del maggio 2022 a Torino, sarebbe stato notato dall’esponente del partito “Russia Unita” Irina Elifiorova. Il sostegno a Mosca non è iniziato in quel preciso momento, ma tempo prima. Lo dimostrano i contenuti diffusi attraverso il suo canale Telegram “Italia Unita”, un partito di sua creazione che fa riferimento a “Russia Unita” sostenitore di Vladimir Putin.
La sfida a David Parenzo e lo scontro con Gianni Riotta
Spesso ospite a L’Aria Che Tira (La7), lo scorso 18 marzo aveva sfidato via Telegram il conduttore David Parenzo: «Sono felice di avere spazio a La7, e sulla tv Italiana in generale, ma Parenzo potrebbe cortesemente farmi un esempio di una sola fake news diffusa da “Il Corrispondente“? Ad oggi non mi ha portato un solo esempio concreto. Quali fake news avrei diffuso? Nel caso qualcosa che ho detto o scritto si riveli falso sono pronto a scusarmi davanti alla nazione in diretta TV, ma per ora non mi è stata portata davanti nessuna accusa concreta, solo propaganda».
Il 29 marzo 2024, ospite a Mattino5 (Canale 5, Mediaset), il giornalista Gianni Riotta riporta una sua descrizione del giovane filorusso: «È un disinformatore seriale che è stato messo alla gogna per le sue bugie dall’osservatorio europeo contro la disinformazione». Avondet, a quel punto, si agita e chiede che gli vengano citate le bugie a lui contestate: «Mi dica quale bugia. La smetta di dire stronzate!».
Che dire, grazie a Gianni Riotta che a #Mattino5 ha tentato di contrastare la disinformazione di matrice filo russa di Amedeo Avondet e complimentoni a Mediaset e al conduttore Francesco Vecchi per le ridicole giustificazioni in merito ai criteri di selezione degli ospiti.… pic.twitter.com/uHBQlQIIBw
— Cad Bane 🇮🇹🇪🇺🌱🌍Parody (@_Brick_Block_) March 29, 2024
Alcuni esempi di bufale de “Il Corrispondente”
Il Corrispondente.com riportava una grande bufala che riguardava lo stesso sito, ossia le false informazioni sulla sua proprietà. Al fine di presentarsi come “autorevole”, erano presenti in tutte le pagine un indirizzo e una partita Iva associata a una presunta società. L’indirizzo era quello della boutique di Valentino in Piazza di Spagna a Roma, mentre la partita Iva risultava inesistente («P.IVA 0238251009»). A seguito della verifica di queste due informazioni, di fatto fasulle, vennero rimosse dal sito mantenendo l’anonimato e l’assenza di trasparenza per il pubblico.
In merito ai contenuti, attraverso una rapida sfogliata si riscontra un articolo riguardante la vice-ministro francese Marlene Schiappa e la falsa copertina di Playboy, spacciata inevitabilmente come vera ai lettori del sito.
La disinformazione sul “caso Marianna”
Il sostegno al Cremlino e alla propaganda russa era iniziato da ben prima della manifestazione di Torino. Attraverso il suo canale Telegram “Italia Unita” (@italia_unita_avondet), il 18 aprile 2022 condivide un post del canale pro Palestina “Francesca Quibla” dove viene riproposto un classico della disinformazione russa nel corso dell’invasione in Ucraina:
Cos’è la propaganda occidentale? E come si orienta l’opinione pubblica occidentale?
Ebbene… Nella prima foto c’è Mariana, giovane donna ucraina la cui foto ha fatto il giro del mondo, è stata usata e sfruttata dall’impianto propagandistico occidentale spacciandola per, in ordine:
1. Morta dopo i bombardamenti russi
2. Resuscitata dopo i bombardamenti russi MA rapita dai russi
Poi arriva Giorgio Bianchi, la cerca, la trova, la intervista e viene fuori tutta un’altra storia e in occidente nessuno si incarica di riprendere questo scoop mondiale.
La narrazione della “finta morte” era stata diffusa dall’ambasciata russa nel Regno Unito. Furono i russi ad associare Marianna a un’altra vittima del bombardamento dell’ospedale a Mariupol, una donna portata via in barella dai soccorritori e successivamente deceduta.
Marianna venne accusata dalla stessa ambasciata di essere un’attrice e di aver interpretato entrambi i ruoli.
Questa falsa narrazione, con la quale Marianna venne data in pasto al tritacarne della propaganda filorussa, venne ripresa dal rappresentante della Federazione russa all’ONU, Vassily Nebenzia.
I fantomatici «segreti di Stato» nella «base degli “Azov”»
In un post del 22 aprile 2022, il canale Telegram “Italia Unita” di Avondet pubblica un video che riprenderebbe il ritrovamento di fantomatici «segreti di stato» all’interno della «base degli “Azov”»:
Nella base degli “Azov” sono stati trovati segreti di stato e manuali dell’esercito degli Stati Uniti, in particolare per le unità di intelligence, il corrispondente di RIA novosti. Secondo i militari Russi, tali documenti sono soggetti a distruzione se non è possibile portarli con sé, ma gli Azov non ha avuto il tempo di farlo.
Come dimostrato da Open, in un fact-check del 26 aprile 2022, tutti i documenti mostrati nel video erano: accessibili al pubblico, scaricabili gratuitamente online o acquistabili via Amazon.
La falsa identità attribuita a una donna di Azovstal
In un post del 30 aprile 2022, il canale Telegram “Italia Unita” di Avondet pubblica il video della famiglia Savin, uscita dall’acciaieria Azovstal di Mariupol. Si trattava di un’intervista ampiamente diffusa dai media russi a sostegno della propaganda contro il battaglione Azov.
In un post successivo, pubblicato appena un minuto dopo, condivide le foto della donna ripresa nel video insieme a quelle della cecchina ucraina Olena Bilozerska. Secondo la narrazione, sarebbero la stessa persona: «Il problema è che internet non dimentica. “Madre”» si legge nel post del canale di Avondet.
In realtà, come verificato il 3 maggio 2022 dalla sezione Fact-checking di Open, non sono la stessa persona. La donna e madre di famiglia si chiama Natalia Savina (Наталья Савина) e non assomiglia affatto alla cecchina Olena. Quest’ultima, a seguito della diffusione delle foto che la associavano a Natalia, si divertì a commentare scherzosamente la bufala.
Il falso servizio della BBC e la Polonia
Nel corso della guerra, molti sono i falsi servizi video attribuiti a BBC e altre emittenti o testate. Il 4 maggio 2022, il canale “Italia Unita” di Avondet ne condivide uno con il seguente testo:
La BBC riferisce che la Polonia si sta preparando a inviare truppe Nell’Ucraina occidentale.
Il generale polacco Jaroslav Mika ha firmato l’ordine di portare le parti dell’esercito polacco in allerta al fine di “proteggere l’infrastruttura di Lviv e Volyn dell’Ucraina”.
In precedenza il capo SVR Sergei Naryshkin, ha dichiarato che i polacchi hanno intenzione di inserire le truppe in Ucraina sotto il pretesto di “proteggersi dalla Russia” con l’approvazione di Washington, ma la NATO ufficialmente resterà in disparte.
A smentire il video è il collega della BBC, Shayan Sardarizadeh, in un tweet del 5 maggio 2022. Ulteriore smentita arriva da un portavoce dell’esercito polacco contattato dai colleghi di Demagog.
Il falso saluto nazista degli ucraini all’Eurovision
Dopo l’intervista a Izvestia, il 16 maggio 2022 pubblica un’immagine dell’Eurovision a Torino per mostrare un fantomatico saluto nazista del cantante del gruppo ucraino Kalush.
Lo stesso giorno, la sezione Fact-checking di Open aveva scovato un video ripreso da un’altra angolazione che smentiva la narrazione filorussa. Il cantante dei Kalush stava in realtà salutando il pubblico con la mano aperta e non c’era alcun saluto nazista.
Il sostegno all’organizzazione «terroristica» Wagner
Sono diversi i Paesi europei che definiscono «organizzazione terroristica» la Wagner fondata da Prigozhin. In un post di “Italia Unita” di Avondet del 15 gennaio 2023 leggiamo:
Non ho bisogno del Festival di Sanremo. La canzone più bella dell’ anno sarà sicuramente questa, dedicata alla compagnia Wagner PMC, che ha appena strappato Soledar al regime di Kiev. Per febbraio Zelensky può aggiornarci sulla liberazione di Bakhmut/Artemivs’k
La narrazione russa sulla strage di Bucha
Nel canale Telegram “Italia Unita” di Avondet si possono leggere diversi post sulla strage di Bucha che sostengono la propaganda russa. In uno di questi, pubblicato il 7 giugno 2022, parla evidentemente in prima persona sostenendo di non avere dubbi su quanto accaduto:
Su Bucha non ho mai avuto dubbi, la versione occidentale e mainstream era piena di incongruenze. Piano piano la verità sta venendo fuori anche sulla malmessa stampa italiana. Questo è uno dei risultati delle nostre azioni a Torino, Genova e Roma. Ne seguiranno altre.
Un intervento successivo ai video recuperati dalla CNN che mostrano i soldati russi sulla strada di Bucha disseminata di cadaveri di civili ucraini. Anche quelli recuperati poco dopo dal New York Times mostrano ulteriormente il coinvolgimento dei russi. Julia Davis, in un tweet del 18 settembre 2022, condivide un video del programma televisivo “Beautiful Russia” di RT dove Vladlen Tatarsky, nome d’arte del blogger militarista e ultranazionalista Maksim Fomin, si riferiva alla strage di Bucha con le seguenti parole: «Sì, questo è quello che siamo, dovete aver paura di noi». Nel dicembre 2022, il New York Times pubblica un’inchiesta dove ricostruisce la strage, individuando i responsabili: i russi.
“Italia Unita” di Avondet fa riferimento a Bucha per l’ultima volta in un post dell’agosto 2023, nel quale condivide quello dell’Ambasciata Russa in Italia dove si insinua che il «massacro di Bucha» sia una «provocazione».
La bufala sulla strage di Mosca
A seguito di un articolo di Open del 26 marzo, il canale Telegram “Italia Unita” di Avondet pubblica il testo di una mail rivolta alla nostra testata con le seguenti affermazioni:
Salve con la presente chiedo una rettifica in quanto la notizia dell’ arresto di un ucraino è stata smentita, e non confermata, dal canale telegram di Italia Unita esattamente alle 10:24 di ieri non è stata data da Italia Unita ma bensì smentita come fake news ([link]).
Anche su Twitter: [link]
In caso di rifiuto agirò per vie legali data la totale falsità di quanto da voi affermato.
La parte contestata da Avondet nell’articolo di Open è la seguente:
E proprio ieri sul suo canale Telegram Italia Unita ha diffuso la falsa notizia di un cittadino arrestato per la strage al Crocus City Hall di Krasnogorsk vicino Mosca.
Nell’articolo viene linkato quello pubblicato il 25 marzo 2022 della sezione Fact-checking di Open, il quale riporta l’esatto post Telegram del canale di Avondet del 23 marzo 2022 dove viene riportata la falsa notizia:
Il canale Telegram “Italia Unita” e Avondet pubblicano una “smentita” il 25 marzo 2024 intorno alle ore 8:24 e 8:25 (fuso orario italiano). Nel tweet non si legge una “smentita”, ma una «Rettifica su nazionalità del terrorista», affermando di fatto la “correzione” di un’informazione fuorviante e non veritiera precedentemente diffusa.
Gli interventi del canale Telegram e del profilo Twitter/X di Avondet sono stati pubblicati poche ore prima dell’articolo della sezione Fact-checking di Open. Tuttavia, la segnalazione della fake risale a diverse ore prima, attraverso un tweet del 25 marzo 2024 alle ore 2:44 del mattino.