di Andrea Filippetti e Antonio Vezzani
Sanità, istruzione e ricerca pubblica avranno un ruolo cruciale nei prossimi anni. Alcuni assetti istituzionali favoriscono questi investimenti, altri no.
È un aspetto da tenere in considerazione quando si discute di riforme istituzionali.
Alle radici del problema
In tempi di emergenza pandemica i governi hanno riscoperto l’importanza di beni e servizi pubblici essenziali come la sanità, l’istruzione e la ricerca. Sono il risultato di investimenti di lungo periodo, specialmente istruzione e ricerca, i cui frutti si godono lontano nel tempo e in via indiretta.
Richiedono pertanto una visione politica e una capacità di programmazione che vadano oltre il ciclo vitale dei governi. Sono però caratteristiche che stridono con il progressivo schiacciamento sul presente della politica che negli ultimi anni abbiamo visto in Italia e non solo: il cosiddetto problema dello short-termism.
Quando i tempi della politica e i tempi dello sviluppo divergono, l’agenda politica tende a essere occupata sempre più da interventi di breve respiro. A ciò contribuisce il susseguirsi di crisi economiche, su tutte quella del 2008. Di fronte a disoccupazione crescente, stagnazione economica e sofferenze sociali, l’enfasi delle agende dei governi si sposta sui trasferimenti in denaro per sostenere i cittadini in difficoltà, le imprese,
il sistema bancario e così via. Tutto ciò va a scapito degli investimenti di lungo periodo che consentono di avere un sistema sanitario efficiente, una formazione di alto livello e un solido settore di ricerca pubblica.
Proprio il settore della ricerca pubblica è stato una vittima illustre non solo in Italia, ma in gran parte dei paesi avanzati. Come mostra la figura 1, a partire dagli anni Ottanta i paesi avanzati (oltre ai paesi Ocse sono inclusi Cina, Romania, Russia, Singapore, Sud Africa e Taiwan) hanno destinato una quota decrescente di prodotto interno lordo alla ricerca pubblica e una crescente alla ricerca privata.
La spesa pubblica complessiva oscilla invece in risposta alle crisi, con un moderato trend discendente (interrottosi alla fine degli anni Novanta). Come è già stato sostenuto, questo spostamento rischia di ingenerare contraccolpi negativi sulla capacità di crescita dei paesi … leggi tutto