di Juanne Pili
FACT-CHECKING
Le affermazioni di Montanari sul grafene nei vaccini e sulla presenza di sostanze cancerogene nei tamponi sono prive di fondamento
Stefano Montanari è noto per le sue affermazioni controverse sui vaccini Covid e sul nuovo Coronavirus, molto apprezzate negli ambienti No vax. Circola un video di una intervista in cui Montanari parla del fantomatico ossido di grafene nei vaccini, dando a chi li produce la «licenza di uccidere» e altre affermazioni come «cavie umane a non finire».
Analisi
Chi condivide queste affermazioni di Montanari sul grafene nei vaccini, riporta il seguente sunto delle affermazioni di Montanari:
TUTTA LA VERITÀ
Dott. STEFANO MONTANARI
“L’OSSIDO DI GR∆FEN€ QUANDO ENTRA NEL CORPO UMANO MAGNETIZZ@ L’ATOMO DI FERRO DELL’EMOGLOBINA. I GLOBULI ROSSI DIVENTANO M@GNETICI IMPIGLI@NDOSI UNO SULL’ALTRO FORMANDO TROMBI MAI VISTI PRIMA.
NEI TAMPONI ABBIAMO TROVATO DELLE MICRO E NANO PARTICELLE CHE ENTRANO NELLE MUCOSE NASALI E PRODUCONO LA FORMAZIONE DI TESSUTI INFIAMMATORI CHE ALLA LUNGA SI TRASFORMANO IN CANCRO.
Anche se durante la clip Montanari non usa mai il termine «vaccini» è chiaro dal contesto e dalle sue precedenti affermazioni che fa riferimento proprio a essi. In particolare a quelli contro la Covid-19. Anche chi riporta la clip ha montato immagini che rimandano all’argomento.
Il grafene nei vaccini e nei tamponi
In sostanza la presenza di tale grafene nei nostri corpi, oltre a mettere in pericolo la nostra salute servirebbe, secondo Montanari a comandarci a distanza. «bastera inviare delle istruzioni per far fare a queste persone ciò che vogliono», ha affermato.
Nella seconda parte dell’intervista Montanari sostiene di aver cercato il grafene anche in 25/30 tamponi diagnostici, senza trovarlo. «Ma abbiamo trovato delle altre sostanze. Micro e nanoparticelle che non hanno motivo di essere […] quando arrivano in contatto con le mucose – continua Montanari -, entrano nelle mucose nasali per non uscire più». In quanto tali i tamponi sarebbero quindi «il preludio del cancro», secondo Montanari.
Dall’intervista non troviamo alcun riferimento di Montanari a studi dove avrebbe accertato la possibilità di trasmettere comandi ai vaccinati tramite tale grafene, né in base a quali statistiche risulterebbe che i tamponi diagnostici provochino il cancro.
Il problema della microscopia in campo oscuro
Delle ricerche nei quali verrebbe trovato il grafene nel sangue dei vaccinati, nelle fiale di vaccino o nell’insulina mediante la microscopia in campo oscuro, avevamo trattato in diverse analisi precedenti, per esempio qui, qui e qui. Si tratta di una tecnica che non più dimostrare niente del genere.
Il microscopio in campo oscuro – come spiegavamo in un precedente articolo – viene usato anche nell’ambito della Live blood cell analysis e non sono poche le ragioni che hanno ispirato lo scetticismo degli esperti, come spiega in tempi non sospetti il dottor Stephen Barrett, in un articolo su Quackwatch.
Il dottor Hayley Anderson spiega su MicroscopeMaster, che questo genere di analisi sono spesso sostenute da medici che hanno fatto «affermazioni dubbie sulla salute e manipolano i risultati dei test per mostrare la necessità e la successiva prova che gli integratori nutrizionali ed enzimatici stanno funzionando. Studi informali […] mostrano che i risultati dei test spesso non possono essere replicati».
Al momento non esistono studi controllati – in cieco o doppio cieco -, dove per esempio si considera un gruppo di controllo con pazienti non vaccinati o con fiale di placebo. I “pionieri” di questa pseudoscienza volta a dimostrare la presenza di grafene nei vaccini o nei vaccinati possono essere considerati Pablo Campra e Ricardo Delgado Martín, coi loro “studi” già ampiamente screditati. Trovate un sunto della loro attività di ricerca “controversa” qui.
Conclusioni
A parte diverse congetture suggestive e allarmanti, Montanari non dimostra l’esistenza di tamponi con sostanze cancerogene o la presenza di grafene nei vaccinati al fine di comandare le persone a distanza. A dimostrazione di quanto i suoi metodi siano discutibili c’è il suo stesso accenno all’utilizzo di un microscopio in campo oscuro, molto gettonato tra i “ricercatori indipendenti” dediti a diffondere la narrazione seguita negli ambienti No Vax, che si è già rivelato inadeguato per dimostrare quanto affermato nell’intervista in oggetto.