Nei giorni scorsi si è tenuto a Maastricht un dibattito tra i candidati delle principali famiglie politiche europee
che hanno discusso del futuro dell’Europa in un confronto a tutto campo. Unico assente il gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei presieduto da Giorgia Meloni.
Bisognerebbe fare più attenzione al dibattito europeo che si sta svolgendo per non restare immersi in un certo provincialismo da cui noi siamo affetti. Sarebbe utile che le nostre divisioni politiche si uniformassero a quello che accade in Europa, provando a non mantenere quel carattere eccentrico che non fa bene perché ci isola.
Maurizio Ferrera sul Corriere spiega l’importanza di essere partecipi di una agenda europea che sarà sempre di più quella che decide anche le nostre sorti. Evitiamo dunque di chiuderci nel nostro orticello.
Israele, le università e il silenzio dei professori
Secondo tema che voglio sottolineare è l’annullamento di un dibattito su Israele, unica democrazia in Medio Oriente, che si doveva svolgere nell’Università di Milano e che il rettore ha annullato per evitare scontri e disordini. Bisognerebbe trovare dei luoghi per discutere di quello che sta accadendo in Medio Oriente ma questo è difficile perché ci sono ovunque focolai di rivolti, di movimenti, di gruppi politici antisemiti, manifestazioni che stanno crescendo in America e in Europa. A me nessuno toglie dalla testa che questi fenomeni si stanno diffondendo anche un po’, scusate il termine, come una ‘moda‘.
Non si capisce bene quale sia l’oggetto di queste manifestazioni ma soprattutto non se ne può discutere e i primi a doversi ribellare dovrebbero essere i professori universitari. Impedire la discussione su queste tematiche significa impedire la trasmissione del sapere, della conoscenza, che per statuto dovrebbero fare le università. Da qui la gravità di queste decisioni. E’ pericoloso piegarsi alla violenza e all’intolleranza.
La libertà di stampa e la classifica fasulla
Terzo tema riguarda i principi dell’informazione e la classifica di Reporters Sans Frontières che dice che l’Italia ha perso posizioni quanto a libertà di stampa. Uno dei motivi sarebbe riconducibile alla scalata di Angelucci, parlamentare della Lega, che sta comprando l’agenzia Agi, e all’occupazione della Rai da parte dell’attuale Governo, così come hanno sempre fatto i governi di destra e sinistra.
Ma chi la fa questa classifica? Un gruppo di giornalista che intervistano dei colleghi italiani senza specificare criteri e parametri. Da domani qualche cretino andrà in giro a dire che in Italia non c’è libertà di stampa.