Boschi: “Conte inciucia e il Fatto è in affari con Viale Mazzini”

di Giovanna Vitale

Intervista a Maria Elena Boschi per 
«Repubblica» del 10-05-2024

Onorevole Boschi, come mai in Vigilanza ha chiesto chiarimenti sul talk condotto da Peter Gomez, direttore del Fatto online?

«Prima di tutto perché viene da chiedersi come mai tra tante professionalità e produzioni interne alla Rai si sia sentita l’esigenza di rivolgersi all’esterno e di acquistare da una società — la Loft — il format di una trasmissione televisiva. Società che, guarda caso, fa parte del gruppo del Fatto Quotidiano. Visto che i soldi con cui la Rai paga Le Confessioni di Gomez sono dei cittadini che versano il canone, la trasparenza mi pare il minimo. Ma c’è di più».

Ossia?

«Se c’è un legame economico tra l’azienda che gestisce il servizio di informazione pubblica e il Fatto deve emergere».

Crede che dietro ci sia uno scambio di favori?

«Che i conti della società Seif, proprietaria del Fatto quotidiano, si reggano sui programmi venduti dalla sua controllata al 100% Loft (che produce anche il programma di Gomez) non lo dico io: è scritto nell’ultimo bilancio approvato e nella relazione della società di revisione, che non nasconde la crisi finanziaria del gruppo. Non a caso la Loft pare stia trattando con la Rai la vendita di altri programmi. Così potrebbe far cassa grazie alla Rai e salvare il giornale dal possibile fallimento».

È la ragione per cui Travaglio insiste col dire che non c’è alcuna occupazione militare della Rai, che la destra sta facendo oggi quello che ha fatto ieri la sinistra?

«Basta sfogliarlo: quel quotidiano non esprime mai una critica verso la Rai dell’era Meloni né dice una parola sugli inciuci di Conte con la premier per le nomine. Travaglio dimentica sempre che il capo del M5S con il governo gialloverde ha trasformato l’emittente pubblica in una tv sovranista: allora, in coppia con Casalino, non ha mai fatto ostaggi in Viale Mazzini. Quanto a oggi, il direttore che non si tira mai indietro quando c’è da attaccare qualcuno, anche un innocente a cui è arrivato un avviso di garanzia, è lo stesso che è stato condannato per diffamazione e che con la Rai “gestione Fratelli d’Italia” usa i guanti di velluto. Arriva proprio a difenderla. Per carità, saranno solo coincidenze, ma io penso che il Travaglio che parla tanto di conflitto di interessi per gli altri dovrebbe prima guardare a casa sua».

Lei ha chiesto anche di sapere quali altri programmi e conduttori dell’orbita Fatto entreranno nei prossimi palinsesti Rai. Ritiene che il giro di affari possa ampliarsi?

«Mi piacerebbe saperlo. Vorrei sapere se i soldi dei contribuenti vanno a salvare dal possibile fallimento Travaglio e Co. Solo che a queste domande l’ad Sergio e il dg Rossi non hanno risposto. Hanno detto di non saperne nulla e di dover approfondire. Non penso ci voglia molto a fare una telefonata e verificare. Anche perché la trasmissione di Gomez va in onda da tempo».

Rientra in questo quadro, secondo lei, la sponda che spesso il M5S offre ai vertici meloniani della Rai, sia in Cda sia in Vigilanza?

«Non spesso. Sempre. Del resto, il patto per assegnare al M5S la presidenza della Commissione parlamentare di controllo lo hanno fatto Meloni e Conte. I grillini hanno votato addirittura a favore del nuovo contratto di servizio e, dopo essersi accordati su varie nomine in Rai, sono pronti all’intesa anche sul nuovo Cda, vedrete. Del resto è lo stesso Conte che pone la questione morale in Puglia e poi salva la giunta Emiliano, votando a favore della fiducia».

Dopo l’affondo della presidente Soldi pensa che i vertici Rai abbiano mentito al Parlamento? E se così fosse, potrebbero restare al loro posto?

«Dobbiamo ascoltare in Vigilanza anche Serena Bortone, il direttore degli Approfondimenti Paolo Corsini e la stessa presidente Soldi. Lo avevo chiesto, insieme alle altre opposizioni, già prima dell’audizione di ad e dg, ma la maggioranza si è opposta. Ora diventerebbe gravissimo non farlo. Occorre andare fino in fondo e capire chi sta mentendo e perché».

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