di Andreina Baccaro
Storia di una lunga vicenda giudiziaria e di quel pezzo ancora mancante
L’ultimo ergastolo è datato 9 gennaio 2020: a quarant’anni di distanza dall’eccidio più grave nella storia della democrazia italiana, Gilberto Cavallini, ex Nar 67enne in semilibertà nel carcere di Trani, è stato condannato in primo grado per concorso nella strage di Bologna. Una condanna dopo 25 anni da quella definitiva degli ex camerati Francesca Mambro e Giusva Fioravanti e dopo 13 da quella di Luigi Ciavardini, nel 1980 17enne.
Le motivazioni
Le motivazioni della Corte d’Assise non sono ancora state depositate, ma gli indizi, non prove, sono sostanzialmente sempre gli stessi. Soprattutto pesa da 40 anni l’assenza di un alibi per il quartetto che ha sempre sostenuto di trovarsi a Padova quella mattina, dove Mambro, Fioravanti e Ciavardini avrebbero atteso Cavallini che dice di aver portato una pistola da modificare a un personaggio di cui però non ha mai voluto rivelare il nome.
Ma nel processo a Cavallini, riaperto su impulso di memorie e nuovi indizi scovati dai legali dell’associazione dei familiari delle vittime della strage, alcuni elementi di novità sono emersi.
Come i numeri di telefono annotati sull’agenda dell’ex Nar che corrispondono a quelli di un ufficio riservato dei servizi segreti a Milano. I Nar si sono sempre professati innocenti per la strage e rifiutano qualsiasi collegamento con i servizi segreti deviati … leggi tutto