Nei manifesti, sui social, persino sul retro dei bus:
Nei manifesti, sui social, persino sul retro dei bus. La pace trabocca nella campagna elettorale delle europee. Ma è una pace pret à porter. O meglio à voter. La copiosa offerta di promesse, la pace un tanto al chilo, i programmi dei partiti quasi la ignorano.
Al discount della pace. E dire che il tema, specie a sinistra, è di quelli scavati. Anno 1948, Comunisti e Socialisti si uniscono nel Fronte Popolare. La guerra è ancora nell’aria, De Gasperi lamenta “il puzzo acre di guerra civile” che ancora aleggia nel Paese. Sui manifesti della Dc, campeggia lo spettro del sovietismo. Su quelli del Partito comunista italiano la bandiera rossa con falce e martello, su tricolore italiano. In alto a caratteri cubitali la scritta “Per la pace”, in basso: “Vota così”.
In anni più recenti, è stato Enrico Berlinguer, alle europee del 1984, a celebrare l’eurocomunismo con una campagna tutta incentrata sul pericolo nucleare. Un uomo in tuta bianca anti radiazioni si aggira in una piazza Farnese desolata. Una voce off spiega: “Il governo democristiano è stato il primo in Europa a dire di sì ai missili e nell’83 ha stanziato 12.000 miliardi (di lire) per gli armamenti. Vuoi che l’Italia diventi un bersaglio atomico? Vota per la Pace, vota Partito Comunista Italiano”.
Il senso della sinistra per la pace ritorna in occasione di queste europee. Giuseppe Conte la mette in hashtag nel nuovo simbolo, sotto le cinque stelle. Il primo capitolo del programma si intitola: “Riportare la pace in Europa”. Bene, ma come si fa? Il programma non lo dice, nel senso che non scioglie il nodo di fondo: convincere Putin a fermare le armi.
“Fin da subito abbiamo condannato l’invasione di Putin. Al popolo ucraino va tutto il nostro supporto, ma adesso diciamo basta all’invio di nuove armi e perseguiamo in tutti i modi la pace. L’Unione europea deve tornare protagonista nello scenario internazionale promuovendo incisive azioni diplomatiche volte all’immediato cessate il fuoco e all’avvio di negoziati adoperandosi da subito per una Conferenza di pace da tenersi sotto l’egida delle Nazioni Unite. All’Europa serve un Commissario per la pace”.
Tutto bello, ma come si fa se Putin non si ferma?
L’interrogativo, che Conte trascura, resta senza risposte anche negli altri programmi. “Pace, terra e dignità” si chiama la lista promossa da Michele Santoro e Raniero La Valle. Il programma ha il pregio della chiarezza: prevede la sconfitta dell’Ucraina.
“Chiediamo al Parlamento e alle istituzioni europee che facciano queste scelte: riguardo alla pace in Europa, non confondere la solidarietà data all’aggredito col rifornirlo di armi e aizzarlo allo scontro promettendogli impossibili vittorie, alimentando un conflitto infinito suscettibile di precipitare in una terza guerra mondiale, fino al ricorso alle armi nucleari e alla distruzione del genere umano e della natura”.
Una colomba arcobaleno anche nei manifesti di Avs, l’alleanza verdi sinistra, per i quali l’Europa deve essere “terra di pace”. Ma non basta dirlo e il nodo Putin resta. Anche per il partito di Fratoianni e Bonelli l’Europa “deve assumere l’onere di una grande iniziativa diplomatica convocando una conferenza multilaterale per la pace e la sicurezza e interrompere le forniture militari per creare un quadro che consenta un cessate il fuoco nel conflitto russo-ucraino, il ritiro delle truppe di occupazione russa e l’avvio di negoziati per una pace duratura”. Tutto così, magicamente.
Ma non quanto avviene nel Pd. La pace è il tema centrale della campagna di Marco Tarquinio. “La pace è meglio”, è il suo slogan elettorale. Cecilia Strada pè stata scelta come testimonial sulle card social del partito. “Non penso che parlare di pace sia da anime belle, piuttosto da persone attente al futuro. E in ogni caso preferisco le anime belle alle anime brutte”. A rigor di cronaca, di “anime brutte” ce ne sarebbero un certo numero nel suo partito, visto che è schierato per la difesa dell’Ucraina e ha votato i decreti per l’invio di armi. Perentorio l’ex presidente della Regione Lazio.
“Scrivi Zingaretti, un’Europa più umana che promuove la pace e ferma le guerre”, si legge sul retro dei bus. Ma il programma elettorale del Pd cosa dice sul tema? Il Pd sostiene che bisogna creare un esercito comune europeo e “sostenere la resistenza del popolo ucraino di fronte all’aggressione russa”. Al contempo l’Ue deve mettere “in campo ogni sforzo diplomatico e politico volto a creare le condizioni per far cessare il conflitto e costruire una pace giusta, sicura e sostenibile”. Il trionfo del ma anche.
A conti fatti, forse meglio l’approccio pragmatico della giovane candidata dei Verdi Benedetta Scuderi. Lei i bus li ha presi per verificare lo stato del trasporto pubblico locale e nello stesso tempo inquinare il meno possibile. Percorsi finora 3mila chilometri. Se avesse usato la sua macchina avrebbe prodotto 800 kg di Co2 in più. Guerra al cambiamento climatico.