di Gianni Pardo
Colpendo senza complessi tutto che è a portata dei suoi missili.
Mosca proprio non si pone il problema di aggredire il paese contiguo con tutti i mezzi di cui dispone
Nella guerra d’Ucraina c’è un modello di comportamento che si è già ripetuto molte volte. La Russia ha cominciato questa guerra come se dovesse essere nulla più che una parata militare, ma poi, visto come ha reagito Kiev, ha alzato la posta, fino ad impegnarsi in questa guerra molto seriamente, per non perdere la faccia.
Naturalmente e a fortiori l’Ucraina ha dovuto fare altrettanto, perché era impreparata alla guerra e perché ne andava, e ne va, della sua esistenza. Soffrendo per giunta moltissimo del comportamento dell’Occidente che ha fornito armi e munizioni sempre troppo tardi e in quantità insufficiente, per giunta condendo questa ipocrita generosità con mille raccomandazioni per non irritare l’Orso russo.
Mosca minaccia l’atomica, ma non la usa
Ma la guerra ha le sue necessità. Ciò ha fatto sì che nel corso del tempo molte delle varie linee rosse e molti dei divieti siano venuti meno. Dalle armi difensive alle armi offensive (che distinzione balorda!), dalle armi leggere alle armi pesanti, dall’artiglieria a corto raggio d’azione all’artiglieria raffinata e in grado di colpire lontano, e via dicendo. Ed ecco il punto interessante.
A ogni nuovo piccolo cambiamento di linea dell’Ucraina, la Russia ha reagito promettendo fuoco e fiamme, non esclusi la Terza Guerra Mondiale e l’armamento atomico. Ma (di fatto) di queste grandi minacce non abbiamo poi visto la realizzazione. Mosca ha aumentato fino all’inverosimile il suo impegno in uomini e mezzi, ma non ha voluto o potuto fare nessun salto di qualità.
Senza limite ai rilanci, vince il più ricco
E qui, come nel poker, si pone il problema dei rilanci. Se, secondo le regole convenute, non c’è limite ai rilanci, vince sicuramente il più ricco. Perché quando il meno ricco, raccogliendo il coraggio a due mani, dice «Ventimila», l’altro può sempre dire, senza nessuno sforzo di coraggio, «Trentamila».
E il meno ricco i trentamila non li ha. Applicando il principio alla guerra d’Ucraina, teoricamente l’Occidente e gli Stati Uniti sono talmente più ricchi della Russia, che non ci dovrebbe essere partita. Ma è anche vero che nessuno è più debole di colui che non vuole usare la propria forza.
La Russia è vicina al suo limite massimo?
Tuttavia quanto già successo può far sorgere un dubbio: quanto è vicina la Russia al suo plafond militare? Il fatto che le innumerevoli minacce, ormai da oltre due anni, non sono state messe in atto, non potrebbe indicare che l’acceleratore è completamente schiacciato?
Se guardiamo la tecnica militare russa dobbiamo ammettere che essa è dolorosamente ripetitiva. Essa cerca di distruggere le infrastrutture civili dell’Ucraina, in primo luogo le centrali elettriche. Effettua bombardamenti terroristici mirati esclusivamente a distruggere condomini, uccidere civili, terrorizzare la popolazione.
Si serve soprattutto della sua artiglieria, molto più forte di quella ucraina, ma per il resto, come tecnica di guerra, non abbiamo visto grandi novità, sin dall’inizio, salvo l’uso dei droni, campo in cui del resto Kyiv ha nettamente e bene reagito con i suoi, autoprodotti (e per questo usati per combattere la Russia sul suo territorio).
Altra domanda: i famosi aiuti e armamenti per 61 e passa miliardi di dollari, più tutti quelli che hanno donato e donano gli europei occidentali, quand’è che si vedranno sul fronte? È proprio vero che la guerra d’Ucraina non è ancora finita.