Estemporaneità e concitazione.
I due poli tra cui dalle nostre parti muovono dibattiti che altrove maturano in anni, decenni, secoli di riflessione. È stato così anche per il fugace polo museale del fascismo che nelle intenzioni di un triumvirato di consiglieri 5 stelle sarebbe dovuto sorgere a Roma, ma che nell’arco di nemmeno 24 ore, previa opposizione di intellettuali e partigiani, è stato abbattuto dalla sindaca 5 stelle in uscita.
Per certi versi un’occasione persa, ragionare su un’esposizione coerente del Ventennio avrebbe finalmente fatto emergere seriamente contraddizioni, meschinerie e infamie del regime di chi, nella vulgata, avrebbe fatto anche cose buone.
Avrebbe portato un paese intero a interrogarsi come hanno fatto in Germania, dove esistono raggelanti ed efficaci musei sui crimini del nazismo (basta fare un salto a Norimberga), sul male assoluto e senso di colpa per la violenza politica e quella razziale, per le persecuzioni e per la collaborazione con lo sterminio.
Avrebbe riaperto, come alcuni giornalisti e storici hanno provato a fare, le ferite delle guerre coloniali … leggi tutto