No del sindaco alla festa musulmana: interviene il Tar (ildubbio.news)

di Simona Musco

Diritti

Nuovo scontro a Turbigo, Milano, tra il primo cittadino meloniano Allevi e la comunità “Moschea essa”

È ancora scontro tra la comunità musulmana “Moschea Essa” di Turbigo e il sindaco meloniano Fabrizio Allevi. Al centro la nuova richiesta di uno spazio per celebrare la festività “Eid al-Adha”, alla presenza stimata di non più di 200 persone, spazio negato, come già accaduto ad aprile in occasione della festa di fine Ramadan, con una delibera votata dal Consiglio.

E ancora una volta i legali della comunità – Luca Bauccio e Aldo Russo – si sono rivolti al Tar di Milano, che ritenendo di privilegiare «le libertà garantite a livello costituzionale (di riunione e di culto), anche se nel rispetto delle altrettanto prioritarie esigenze di incolumità e sicurezza pubblica», ha ordinato all’amministrazione di sospendere la delibera, «onerando il Prefetto – si legge nel provvedimento – di valutare e coordinare le azioni necessarie a garantire le esigenze di sicurezza e incolumità pubblica».

Richiamandosi anche alla precedente concessione del campo sportivo per il Ramadan, il Tar ha delegato al Prefetto il compito di trovare una soluzione affinché i fedeli possano raccogliersi. Ad aprile, dopo una serie di polemiche e ricorsi, il sindaco si era determinato a concedere l’utilizzo del campo sportivo, grazie alla mediazione del Prefetto.

«Siamo soddisfatti della veloce decisione del Tar di accogliere il nostro ricorso contro il Comune di Turbigo – ha commentato Bauccio -. Ancora una volta è stato negato un diritto fondamentale. Sembra che a Turbigo le persone di fede musulmana non siano considerati né cittadini né esseri umani. Alla nostra richiesta di uno spazio addirittura si è attivato il Consiglio comunale: è evidente che negare i diritti costituzionali ai musulmani sia una questione politica. I problemi logistici sono solo un pretesto. Questa è una forma di razzismo istituzionale che non si può accettare e che denunceremo in tutte le sedi. La Costituzione deve essere applicata senza distinzioni di credo religioso. Ci si augura che l’intervento del Prefetto di Milano possa ancora una volta permettere una soluzione rapida come è già accaduto in passato».

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