«Gli ucraini mi danno fastidio solo a vederli», il post social del prof del Politecnico di Torino che si era incatenato con gli studenti (open.online)

di Ugo Milano

Nei giorni scorsi, Massimo Zucchetti era salito 
agli onori della cronaca per aver manifestato 
con gli studenti in solidarietà alla Palestina
(ANSA/TINO ROMANO)

Non pesa di certo troppo le parole Massimo Zucchetti, il professore del Politecnico di Torino salito agli onori della cronaca nei giorni scorsi per essersi incatenato ai cancelli durante una manifestazione in solidarietà alla Palestina. Candidato al Premio Nobel per Fisica nel 2015, Zucchetti ha le sue posizioni politiche radicali e, giustamente, non si preoccupa di manifestarle.

Tuttavia, iniziano a spuntare alcuni post critici dai suoi profili social. «Gli ucraini mi danno fastidio solo a vederli», si legge in uno dei suoi ultimi post Facebook in cui commenta la sconfitta dell’Ucraina con la Romania in un 3 a 0.

«Devono andare fuori dai coglioni al più presto. Il loro fuhrerino poi ha bisogno di soldati per difendere la “democrazia”, no? Bene, fra poco 22 in più da mandare al macello», ha poi concluso il docente. Ma i post sono molteplici. Sebbene con commenti di entità più lieve, Zucchetti non risparmia nessuno. Biden? «Un vecchio rincoglionito», dovrebbe andare «all’ospizio». Bruno Vespa? «Un leccaculo».

La replica ai colleghi

Ma Zucchetti, in uno dei tanti post, ci tiene anche a difendersi e a non voler passare come uno qualunque che spara a zero. «Quando non sono incatenato ai cancelli del mio Ateneo, tengo quattro corsi, e poi indegnamente faccio ricerca e scrivo dei lavori scientifici su riviste internazionali, che sono abbastanza letti e ripresi da altri studiosi in tutto il mondo, dato che sono nettamente l’autore più citato del Politecnico», scrive il docente.

Che ci tiene a replicare alle polemiche scoppiate tra le mura universitarie: «Cari colleghi, prima di aprire la boccuccia per dire una mezza parola, voi mediocri scriba e battitasti, iniziate a trovare oltre 4000 autori a livello internazionale che citano i vostri lavori scientifici. Le auto citazioni non valgono, l’appartenenza al Rotary e alla Massoneria neppure, la tessera del PD neanche. Purtroppo per voi, sono bravo, e quindi faccio il ca**o che voglio e dico quel che mi pare e piace: non ho culi da leccare, né guiderdoni da riscuotere, non faccio marchette e non sono, al vostro contrario, un poveretto che quando andrà in pensione nessuno ricorderà».

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