Meloni non la racconta giusta sul G7 e l’immigrazione (pagellapolitica.it)

di CARLO CANEPA

LA DICHIARAZIONE
«Questo G7, per la prima volta nella storia, ha parlato anche di governo dei flussi migratori»
FONTE: YOUTUBE | 14 GIUGNO 2024

Il 14 giugno la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha pubblicato un breve video sui social network per commentare il G7 tenutosi in Puglia. Tra i vari risultati rivendicati dalla leader di Fratelli d’Italia, ce n’è anche uno dedicato all’immigrazione. Secondo Meloni, infatti, durante il G7 si è parlato «per la prima volta nella storia» del «governo dei flussi migratori».

Abbiamo controllato se è vero oppure e no, e la presidente del Consiglio non la racconta giusta.

Le conclusioni del G7 in Puglia

Il G7 è un’organizzazione di sette Paesi (Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito e Stati Uniti) che si incontrano ogni anno per discutere e per coordinare le politiche su varie questioni globali. La presidenza del G7 spetta a turno a uno dei sette Paesi membri e quest’anno è toccata all’Italia, guidata dal governo Meloni.

Il vertice con i capi di Stato e di governo dei sette Paesi si è tenuto dal 13 al 15 giugno a Borgo Egnazia, un resort nel comune di Fasano, in Puglia. Al termine di ogni vertice sono pubblicate le cosiddette “conclusioni” (o communiqué in francese), una sorta di risoluzione finale dove sono raccolti gli impegni presi dai Paesi del G7.

Una parte delle conclusioni del vertice pugliese, lunghe 36 pagine, è dedicata alla gestione dell’immigrazione, intesa come un «fenomeno globale». In breve: il G7 si è preso l’impegno di adottare un «approccio bilanciato e integrato», in linea con il diritto internazionale, per affrontare i flussi migratori. Secondo i sette Paesi, è necessario adottare «soluzioni sostenibili e inclusive» per gestire in modo efficace i flussi, rispettando i diritti umani.

La cooperazione tra gli Stati deve seguire un approccio che allo stesso tempo affronti le «cause profonde» dell’immigrazione irregolare, migliori il controllo delle frontiere e crei percorsi sicuri per i migranti regolari. In più, il vertice del G7 ha preso l’impegno di «combattere» i trafficanti di esseri umani e di rafforzare le iniziative che informano i migranti sui rischi nell’abbandonare il proprio Paese di origine.

Secondo il G7, è necessario poi continuare a sostenere gli investimenti economici in Africa, per rafforzare la tenuta democratica dei Paesi africani e migliorare le condizioni di vita dei loro abitanti.

Ricapitolando: è vero che le conclusioni del G7 in Puglia hanno dedicato più spazio all’immigrazione rispetto a quelle dei precedenti vertici. Ma a differenza di quanto da Meloni, non è vero che «per la prima volta nella storia» si è parlato di questo tema durante un vertice tra i sette Paesi membri.

I precedenti G7

Facciamo un passo indietro di sette anni. Dal 26 al 27 maggio 2017 si è tenuto a Taormina, in Sicilia, l’ultimo vertice del G7 sotto la presidenza italiana, durante il governo di Paolo Gentiloni (Partito Democratico). Anche nelle conclusioni di quel vertice, lunghe solo sei pagine, si era parlato di immigrazione e di gestione dei flussi migratori, con frasi per certi versi simili – sebbene meno dettagliate – di quelle contenute nelle conclusioni del vertice in Puglia.

«Il movimento continuo su larga scala di migranti e rifugiati è una tendenza globale che, data la sua implicazione per la sicurezza e i diritti umani, richiede sforzi coordinati a livello nazionale e internazionale. Riconosciamo che la gestione e il controllo dei flussi migratori – tenendo conto della distinzione tra rifugiati e migranti – richiedono sia un approccio d’emergenza sia un approccio a lungo termine», si legge nel primo paragrafo dedicato all’immigrazione nelle conclusioni pubblicate dopo il G7 di Taormina.

«Riconosciamo anche la necessità di sostenere i rifugiati il più vicino possibile ai loro Paesi di origine, permettendo loro di tornare in sicurezza e aiutare a ricostruire le loro comunità d’origine. Allo stesso tempo, pur sostenendo i diritti umani di tutti i migranti e rifugiati, riaffermiamo i diritti sovrani degli Stati, individualmente e collettivamente, di controllare le proprie frontiere e di stabilire politiche nel loro interesse nazionale e sicurezza nazionale».

In più, nel 2017 i Paesi del G7 avevano concordato di stabilire partenariati con altri Stati per aiutarli a creare le condizioni adatte per affrontare le cause dell’immigrazione, riconoscendo una «responsabilità condivisa» nella gestione dei flussi migratori, nella protezione dei rifugiati e nel contrasto dei trafficanti di esseri umani.

Riferimenti all’immigrazione, seppure molto brevi, sono presenti anche nelle conclusioni di altri G7. «Affermiamo l’importanza di combattere la tratta di esseri umani e i relativi flussi finanziari illeciti, e il traffico di migranti», si legge per esempio nelle conclusioni pubblicate il 28 giugno 2022, dopo il vertice a Elmau, in Germania.

«Il G7 riconosce che i movimenti su larga scala di migranti e rifugiati rappresentano una sfida globale che richiede una risposta globale. Ci impegniamo ad aumentare l’assistenza globale per soddisfare le necessità immediate e a lungo termine dei rifugiati e di altre persone sfollate, nonché delle loro comunità ospitanti.

Il G7 incoraggia le istituzioni finanziarie internazionali e i donatori bilaterali a rafforzare la loro assistenza finanziaria e tecnica», si legge invece nelle conclusioni del G7 del 2016 a Shima, in Giappone.

Il verdetto

Secondo Giorgia Meloni, «per la prima volta nella storia» il G7 tenutosi in Puglia dal 13 al 15 giugno «ha parlato anche di governo dei flussi migratori». Abbiamo controllato e la dichiarazione della presidente del Consiglio è esagerata.

È vero che una parte delle conclusioni pubblicate alla fine del G7 in Puglia è dedicata alla gestione dei flussi dei migranti, in particolare di quelli irregolari. Di questo tema, però, si era già parlato per esempio nel vertice del 2017 a Taormina e, seppure con frasi molto più brevi, in altri incontri.

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