di Aldo Grasso
Padiglione Italia
Il paradosso Salis. Il Gatto e la Volpe della politica italiana, ovvero Bonelli&Fratoianni, hanno fatto un favore a Giorgia Meloni grosso come una casa: l’hanno liberata della «grana» Ilaria Salis.
Se la maestra precaria di Monza, in missione a Budapest contro estremisti di destra, fosse rimasta in prigione, il governo italiano avrebbe comunque dovuto gestire una situazione spinosa.
Con l’elezione al Parlamento europeo, Meloni non deve più rispondere all’opinione pubblica italiana delle umiliazioni di una concittadina in catene e, nello stesso tempo, non deve pietire comprensione dall’amico Viktor Orbán che si presenta al mondo sempre più esplicitamente come il cavallo di troia di Putin nell’Unione europea.
Dopo il caso Soumahoro, il Gatto e la Volpe mettono a segno un altro colpo di astuta ingegneria politica. Il primo testo della nuova legislatura europea ad andare al voto è stata una risoluzione che chiedeva agli Stati membri di aumentare il loro sostegno militare all’Ucraina «per tutto il tempo necessario e in qualsiasi forma necessaria».
Contro il testo si sono schierati compatti Lega, M5S e Avs. In pratica, Ilaria Salis ha votato come Vannacci e come il suo «aguzzino» Orbán che, tramite i suoi, continua a minacciarla.
La politica populista è un’imponderabile avventura combinata con l’irrazionalità della condizione umana.