Gli attacchi sessisti e razzisti contro Kamala Harris (wired.it)

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Gli ambienti dell'estrema destra online avevano 
iniziato a demonizzare la vicepresidente ancor 
prima che la sua candidatura fosse ufficializzata, 

con Trump in testa

Questo articolo contiene espressioni misogine e razziste espresse online da diversi utenti, riportate per dare conto del clima negli ambienti dell’estrema destra americana contro Kamala Harris, ma che potrebbero offendere la sensibilità di qualcuno

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Domenica Kamala Harris ha ricevuto ufficialmente l’endorsement di Joe Biden nella corsa per diventare la candidata del Partito Democratico alle prossime elezioni presidenziali americane, qualche minuto dopo l’annuncio del ritiro dalla corsa del presidente in carica.

La vicepresidente sembra destinata a ricevere la nomination dei Democratici alla Convention di Chicago: nelle ore successive all’investitura, i principali esponenti del partito hanno espresso il loro appoggio per la sua candidatura, mentre le donazioni al comitato elettorale ereditato dall’ex procuratrice hanno raggiunto 81 milioni di dollari in un giorno, un record.

Nel frattempo le community online dell’estrema destra americana avevano già messo nel mirino Harris, iniziando a demonizzarla fin da quando le voci sul suo probabile subentro si erano fatte più insistenti.

Ma invece che concentrarsi sulle sue idee politiche, sulla sua esperienza o sulle sua capacità di ricoprire il ruolo di presidente, gli attacchi più violenti si sono da subito concentrati sulla vita sessuale di Harris, sulla sua etnia e su vecchie teorie del complotto.

La gogna è stata promossa e rilanciata anche dall’ex presidente Donald Trump: “Ha appena abbandonato, sapete, sta abbandonando la corsa“, aveva detto Trump di Biden all’inizio del mese, in un video riportato per la prima volta da Daily Beast e poi ripreso dal candidato Repubblicano sul suo social Truth.

Questo significa che ora abbiamo Kamala – ha aggiunto Trump –. È davvero pessima. È patetica“. Quando poi la notizia del ritiro di Biden è diventata ufficiale, Trump ha rincarato la dose, spiegando a Cnn che ora vincere per lui sarà “più semplice”.

Gli attacchi misogini e razzisti contro Harris

Già il 4 luglio Trump aveva pubblicato su Truth un messaggio che parlava di Harris: “Le è andata male alla primarie dei Democratici [del 2020]: partiva come numero due, ma è stata finita sconfitta e ha mollato ancora prima di arrivare in Iowa, ma questo non significa che non sia una politica «di grande talento»! Basta chiedere al suo mentore, il grande Willie Brown di San Francisco“.

Trump si riferiva alla relazione tra Harris e l’ex sindaco di San Francisco, risalente alla metà degli anni Novanta. In passato i critici della destra americana avevano accusato la neo-candidata per il fatto che all’epoca Brown fosse sposato, ma un fact check di Reuters del 2020 ha sottolineato come in realtà il politico fosse già separato dalla moglie da un decennio quando ha iniziato a frequentare Harris.

(Jon Tyson)

La Casa Bianca ha respinto gli attacchi di Trump: “Penso che sia disgustoso, e anche inquietante — ha detto il 5 luglio scorso ai giornalisti Karine Jean-Pierre, portavoce della presidenza —. Dovrebbe essere rispettata nel suo ruolo di vicepresidente. Dovrebbe essere rispettata come ogni altro vicepresidente che l’ha preceduta. È spaventoso, per non dir di peggio, che un ex presidente dica queste cose di un attuale vicepresidente. E dovremmo sottolinearlo: non è normale“.

Ma dopo i commenti di Trump, i sostenitori dell’ex presidente e le personalità afferenti alla galassia dell’estrema destra americana hanno subito iniziato a scagliarsi contro Harris.

Da decenni Harris ricopre cariche elettive negli Stati Uniti, tra cui procuratrice distrettuale, procuratrice generale della California, senatrice e vicepresidente. Ciononostante la maggior parte degli strali sono razzisti e sessisti, con allusioni a inesistenti atti sessuali che le avrebbero permesso di fare carriera.

Kamala è cerebrolesa quanto Biden – ha scritto in quei giorni su X la troll di estrema destra Laura Loomer –Finge di essere nera, è documentato che abbia fatto p*****i a Willie Brown per fare carriera e che ha l’ossessione di uccidere i bambini“.

La bambola gonfiabile di Willie Brown fa strada”, ha scritto un utente del forum estremista The Donald in risposta a un post su quella che al tempo era solo un’ipotetica candidatura di Harris.

I post dell’estrema destra hanno anche insinuato che l’affermazione di Harris sia in parte dovuta anche alla sua identità etnica. “Questo è il motivo per cui la Dei [Diversity, Equity and Inclusion, le politiche messe in atto da soggetti pubblici e privati per aumentare la rappresentazione delle minoranze sul posto di lavoro, Ndrè particolarmente pericolosa: gli idioti come lei vengono innalzati al di sopra di persone molto più intelligenti, così inizia a credere di essere la più sveglia di tutti“, ha scritto un frequentatore di The Donald.

Un altro iscritto al forum ha commentato: “È stupida, scura e farà di tutto per arrivare il potere, come una Hillary marrone e ritardata“. “Ricordiamo che è nera al 20%. La pelle scura che ha deriva da sua madre indiana, mentre suo padre è un giamaicano mulatto“, ha aggiunto un altro. Un utente di Gab, il social network popolare tra i suprematisti bianchi, ha scritto: È nera. È indiana? Chi lo sa! È parte del gioco scoprirlo“.

Ma gli insulti di questo genere non si sono limitati ai forum online. In un programma su Fox News, la conduttrice Julie Banderas ha detto che le figlie di Harris “hanno un eloquio migliore” del suo, prima di aggiungere: “Mi dispiace, il solo fatto di essere parte di una minoranza non ti rende adatta alla presidenza“. E qualche settimana fa il New York Post aveva pubblicato un articolo di opinione intitolato L’America potrebbe presto dover avere a che fare col primo presidente Dei del Paese: Kamala Harris.

Il complotto della non eleggibilità

Harris, è bene ricordarlo, è nata negli Stati Uniti e può quindi ricoprire a tutti gli effetti l’incarico di presidente. Nonostante ciò, alcuni utenti che frequentano canali Telegram estremisti hanno messo online un sito web che sostiene il contrario: “Non è una CITTADINA AMERICANA DI NASCITA“, ha scritto un utente di Telegram. Online sono proliferate anche tesi cospirazioniste sull’origine dei suoi genitori, in modo non dissimile dalla teoria del complotto che ha preso di mira per anni l’ex presidente Barack Obama.

Donald Harris, padre di Kamala Harris, è nato in Giamaica e si è poi trasferito negli Stati Uniti dove ha lavorato come economista e professore all’Università di Stanford. La madre, Shyamala Gopalan, è invece nata in India e una volta arrivata negli Stati Uniti ha lavorato come scienziata biomedica presso il Lawrence Berkeley National Laboratory.

La teoria del complotto ha preso piede su X nei primi giorni di luglio, con diversi post di account con la spunta blu che hanno raccolto centinaia di migliaia di visualizzazioni sostenendo che Harris fosse una “anchor baby”, in quanto i suoi genitori non erano cittadini statunitensi al momento della nascita, e per questo non eleggibile alla presidenza. La maggior parte di questi post non era nemmeno corredata dalle note della collettività, il programma in crowdsourcing di X che serve a correggere le informazioni false o fuorvianti pubblicate dagli utenti.

I complotti e le menzogne su Harris aveva già superato i confini americani prima ancora della sua candidatura ufficiale. “Kamala Harris diventerà presidente se Biden verrà rimosso, ma è un’incompetente e una sospetta un’alcolizzata, nota […] per l’incapacità di costruire una frase coerente“, si legge in un articolo pubblicato prima del ritiro di Biden sul sito della tv iraniana di regime Press TV.

Questo articolo è apparso originariamente su Wired US.

(Colin Lloyd)

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