Piccola posta
Com’è noto, sono insetti bellissimi, e magnifici sono i nidi.
Sono stati scritti tanti libri sui calabroni, e che musiche. Io solo una piccola posta
Devo sbrigare alla svelta la piccola posta. Ho dovuto fare i conti con un’invasione. L’invasione domina i nostri tempi, reale come in Ucraina, immaginaria come quella dei migranti, spettacolare come quella di campo di Argentina-Marocco l’altroieri, abitudinaria e quasi regolamentare come quella di scarafaggi nel carcere di Modena, di topi a Sollicciano (e nel centro di Torino).
Io ho a che fare coi calabroni. Fanno il nido, un nido ingente, nel camino, e lo fanno ronzare ininterrottamente, a volte in modo monotono, altre più accanito. Io sono seduto a un metro e mezzo dal camino, e sto su di notte. Ogni notte una pattuglia di calabroni, pochi, tre, quattro, voli fuori dal camino e si aggiri nella stanza, poi vada a vorticare e sbatacchiare attorno alle lampade o alla finestra, e poi, sfinita, muoia.
Conviviamo. Non ho allergie che li riguardino, e sono indifferenti a me: fanno un giretto sulla mia testa, spengo la lampada da tavolo e se ne vanno dentro l’abatjour. Com’è noto, sono bellissimi, e magnifici sono i nidi. Da qualche giorno hanno usato lo spazio fra le persiane socchiuse e i vetri chiusi della finestra al piano di sopra per fabbricare un altro nido, stupendo, arrivato a più di metà della sfera con dentro le celle.
Prendersi il camino e uscirne nel soggiorno, e poi la finestra della camera da letto, è certo un’invadenza, probabilmente un’invasione.
Mia nipote mi annuncia che viene a trovarmi, e non voglio farle correre rischi. Il mio vecchio bassotto va a dormire fuori casa, per sicurezza. Due uomini molto simpatici di una ditta apposita vengono all’alba e fanno il lavoro con precisione e rapidità. Li ringrazio, pago, e resto solo.
Nelle orecchie solo il rumore fastidioso – gli acufeni – che mi viene da dentro. Sono stati scritti tanti libri sui calabroni, e che musiche. Io solo una piccola posta. Mi dispiace, per i calabroni.