Consumi
cara Emily Clancy, un tal Lepore, che fa il sindaco in questa città, ha pensato bene di lanciare una shit storm contro una brava giornalista e sinologa che si chiama IlariaMaria Sala.
Le parole a sproposito di tal Lepore, a cui i genitori non hanno evidentemente mai insegnato che dissentire è un diritto e che attaccare una persona dall’alto della sua carica è cosa da non farsi, mai, confermano il basso profilo di che le ha scritte.
Nulla di nuovo.
Ma visto che queste parole, sai, basta poco, hanno un peso, queste sono state sufficienti a scatenare i coloriti anatemi con i quali la giornalista e sinologa Ilaria Maria Sala è stata bersagliata e continuerà ad essere bersagliata nelle prossime ore.
Siccome so che ti sta a cuore il rispetto delle donne e che sei vicesindaca in quella che vorrebbe essere la città più femminista, se non del mondo, se non di europa, se non dell’emilia romagna, almeno della provincia bolognese, potresti ricordare a tal Lepore di abbassare i toni e di contare fino a 43 mila prima di scrivere ciò che non avrebbe mai dovuto scrivere? Così magari qualcuno evita di dare della troia ad una giornalista, solo perché ha fatto il suo lavoro?
Grande Ilaria! Sul resto del carlino il sindaco di Bologna si è lamentato del tuo articolo dimostrando che non sa leggere e dimostrando che non sa cosa succede a Bologna (io ci vivo tutt’ora!)
I’m a local tour leader, Bologna was not ready for this assault. A lot of new eateries and food shops with questionable quality.But there still are genuine trattorie, Michelin star restaurants,local markets, hand made pasta and great stories. Great espresso and the best gelato you can imagine. I’m sure that Ilaria wants to push us in right direction and is exactly what I will do. See you in Bologna!
Il destino di tutte le città italiane ridotte a macchietta culinaria, un incubo! Brava ilaria
Direi che è un articolo ridicolo, Bologna in questo momento ha un sacco di scelte culinarie e anche di cultura e divertimento , magari potrebbe venire a vedere visto che vive ad Honk kong . Bologna è una città viva e ed per tutti. Vegani e non.
Very very true, as a fellow Bolognese living abroad I have seen as well this kind of change. A lot of the places I loved when I was a kid are now infested with tons of tourist and this senseless TikTokfoodchains. All the tourists taking pictures of what they eat and not of the beautiful city….
Ho letto l’articolo sulla nostra città, lei, evidentemente, non ha idea dell’offerta che c’è oggi nel centro di Bologna …dalle offerte più turistiche alle più selezionate come il tagliere dei Salsamentari De.Co., noi facciamo salumi dal 1242…si informi, poi parli….
Bell’articolo. I turisti arrivano senza sapere NULLA della città. Non si informano. Ho una cantina ad Imola e li vedo arrivare in visita da noi…annoiati dopo due giorni passati a Bologna a mangiare e dopo sazi non sanno più cosa fare ! Assurdo.
This article makes me truly mourn for a Bologna of a decade+ ago, and sadly one I never experienced. Although I admit that fried tortilla sound dangerously more-ish.
A monte di questo processo c’è la volontà dell’amministrazione di aver investito nello sviluppo ‘facile’ incentrato sul turismo come monocultura e qualche scampolo di azienda tecnologicamente all’avanguardia come il tecnopolo in fiera. La città si è poi adeguata, l’università diventata un diplomificio, il centro mangiato da negozi usa e getta e la perdita di tutti i centri sociali che arricchivano politicamente la città, che grazie a loro era una vera avanguardia ideologica. Ma questa bolla è destinata a scoppiare, covid docet.
Davvero ben scritto. Temo purtroppo sia un destino condiviso da molte altre città. Avevo scelto di visitare Bologna circa 8 anni fa per festeggiare i miei trent’anni, e l’ avevo trovata così viva e affascinante. Da vegana adesso mi lascia esterrefatta la dissonanza cognitiva con la quale si raffigura il maiale che serve se stesso…ma anche questo non solo a Bologna..
purtroppo c’è una politica che preferisce attaccare chiunque osi gettare ombre anche indirette sul “palazzo”. Molto più facile fare i permalosi che analizzare i problemi. Articolo impeccabile, ma come sempre se sollevi un problema diventi il problema. Bologna sta perdendo tanto della propria identità, e non è solo colpa di Lepore, è un destino innegabile che sta toccando inesorabilmente a qualsiasi meta preda del turismo. Interrogarsi è d’obbligo.
Trovo francamente grotteschi i toni usati dal Sindaco Lepore contro l’articolo del New York Times.
Lepore si ricorda ora che Bologna è “cultura”, che a Bologna c’è “l’università”….
Per chi avesse la memoria corta, ripubblico sotto un articolo del 2014: l’allora assessore Matteo Lepore in delegazione a New York andò ad illustrare la scelta di legare la promozione di Bologna nel mondo al cibo. Bologna come “City of Food”.
Un “brand” di cui faceva parte il grande progetto”FICO”( che si è visto come è andato a finire).
Invece di fare autocritica, e di riconoscere che l’idea di promuovere Bologna nel mondo come “City of Food” è stata un errore, Lepore si scaglia contro chi si limita a evidenziare le conseguenze della scelta fatta, ovvero che la città è ridotta a un ” mangificio”.
Ricordo en passant che a Bologna oggi c’è un bar/ristorante ogni 30 abitanti.