Il presidente ricorda come la Costituzione repubblicana nasca dalla lotta al nazifascismo.
“Il cuore della Toscana batte forte su Sant’Anna”
La Toscana non dimentica la strage di Sant’Anna di Stazzema, 560 persone trucidate, tra queste 130 bambini. Quello del 2024 è un anniversario importante, ottanta anni dal massacro che fu premiditato a tavolino con la complicità di fascisti italiani che guidarono sul monte i soldati tedeschi. Tante presenze, tante sindaci ed assessori con la fascia tricolore, tanti gonfaloni, numerose anche le associazioni e i giovani, italiani e tedeschi.
Ma nessun esponente del Governo è presente nel giorno della commemorazione sullo sperone di roccia che accoglie a seicento metri di altezza il monumento sacrario che si affaccia come una terrazza sul mare della Versilia. Un’assenza sottolineata con forza dal presidente della Toscana Eugenio Giani.
“Non vedo la presidente del Consiglio, non vedo ministri né sottosegretari – evidenzia Giani – Sinceramente è una cosa grave e mi sarei aspettato ben altro per ricordare gli ottanta anni di San’Anna che vedono in una giornata come oggi la presenza dei sindaci, delle associazioni e dell’anima vera della Toscana”. Il ministro degli esteri ha inviato un messaggio, ma non è diverso dall’essere fisicamente presente.
“Lascia amarezza ed un profondo dispiacere questa assenza che ha segnato anche la cerimonia ieri per la liberazione di Firenze” rimarca il presidente. “Mi auguro – prosegue – che via sia comunque consapevolezza che la nostra Repubblica nasce da qui, da Sant’Anna, dalla Resistenza e dall’opposizione al fascismo, così come da qui nasce la nostra Regione che del Comitato di liberazione toscano ha voluto riprendere il simbolo, il Pegaso”.
“La nostra Costituzione è scolpita in quello che è successo a Sant’Anna. Chi non capisce questo – dice – non può contribuire allo sviluppo dei valori alla base del nostro sistema di convivenza civile”.
“Il cuore della Toscana batte forte su Sant’Anna” ricorda ancora il presidente Eugenio Giani. E da Sant’Anna risuona forte, ottanta anni dopo la strage in cui furono massacrate con ferocia anche donne, uomini e bambini, un messaggio di pace. Un inno al disarmo e al dialogo, nel segno della riconciliazione. C’è chi canta Bella Ciao, c’è chi scandisce “Ora Resistenza sempre”.
Su un cartello si punta l’indice contro chi vende e produce armi, “insulto a Sant’Anna”. Sono in duemila davanti alla chiesa e poi lungo il sentiero abbarbicati sul monte. Amministratori e gonfaloni non solo toscani. Presente anche la console della Germania. Presenti per la giunta l’assessora Alessandra Nardini e l’assessore Stefano Baccelli.
“Un messaggio di pace arrivi da questo luogo così sacro. Non c’è futuro senza memoria – conclude Giani – Ricordiamoci cosa sono state le guerre, cosa hanno fatto”. Alza la voce e cita i conflitti in corso in Europa.
Nella commemorazione ufficiale sulla vetta che ospita il monumento sacrario, il presidente interviene dopo il sindaco di Stazzema Maurizio Verona e il presidente dell’Associazione Martiri di Sant’Anna Unberto Mancini e dopo la lettura del telegramma del presidente Mattarella, che ricorda la complicità dei fascisti locali e la grande eredità morale lasciata dai sopravvissuti, ogni anno sempre di meno.
Giani ricorda l’importanza del passaggio del testimone della memoria tra le generazioni e poi cita e declama l’ode a Sant’Anna di Piero Calamandrei, “ giurista, protagonista della fase Costituente che per Sant’Anna divenne poeta”: parole intrise di “quell’orgoglio e pietà che poi rimasero impresse nella nostra carta costituzionale”. Quindi invita ad essere uniti, nella difesa e testimonianza della Costituzione.