Piccola posta
Lo stile è l’uomo, e il direttore del Fatto conduce la sua requisitoria ripuntando sulla carta forte: qualcuno deve avergli detto che il ministro beve, e che cosa c’è di più elegantemente satirico che sfottere uno che beve?
Ieri, citando il memorabile explicit dell’intervista di Nordio al Corriere: “Possiamo arrivare a 15-20 mila detenuti in meno. Ecco risolto il sovraffollamento”, non dubitavo che Marco Travaglio, il mio pupillo, avrebbe infierito. Il suo ideale sono (almeno) 15-20 mila detenuti in più, e richiamare Bonafede a costruire carceri.
Lo stile è l’uomo, e Travaglio conduce la sua requisitoria ripuntando sulla carta forte: qualcuno deve avergli detto che Nordio beve, e che cosa c’è di più irresistibilmente umoristico, di più elegantemente satirico che sfottere uno che beve?
“Carletto Mezzolitro”, lo chiama: forte. Quasi come la trovata di chiamare le presunte riforme dei vari attori politici “schiforme”: geniale. E un intero giornale che si uniforma, nei titoli e nei testi.
Invenzioni destinate a restare. Come Carletto Mezzolitro: spacciato. Qualche riga oltre, per confermare di che stoffa è fatto, il mio beniamino – quello che diventa verde quando mi vede, e non ha nemmeno bevuto – cita una frase sulle nuove prigioni mancate, “perché nessuno le vuole alle proprie spalle”, e aggiunge, “manco fossero cetrioli”. Capito? Alle spalle – cetrioli. Forte.
Lo stile è l’uomo. Lo stile si trascina dietro, oltre a una redazione, un partito. Ci si può chiedere se Travaglio sia il Medvedev di Conte, o Conte il Medvedev di Travaglio. Non facile. Forse una situazione inedita: due Medvedev.
Bene, era per riparlare alla leggera di galera, a Ferragosto. Dico da decenni che più che chiedersi perché tanti detenuti si suicidino, occorre chiedersi come mai tantissimi altri non lo facciano. Sapete quell’espressione, “al fresco”. Secondo il vocabolario Treccani, “figurato, scherzoso”.
Ecco, pensateci, come se la sentiste per la prima volta oggi. Al fresco.