Islamismo radicale e nazismo, il patto per sterminare gli ebrei anche in Medio Oriente: da Amin al-Husseini a Yaya Sinwar (ilriformista.it)

di Paolo Guzzanti

Una discendenza storica diretta

Il ruolo del Gran Muftì di Gerusalemme nella diffusione dell’ideologia nazista in Medio Oriente, la creazione di battaglioni di SS arruolati da Siria e Iraq e l’impatto sulle comunità ebraiche nei paesi arabi: il filonazismo arabo prima della nascita dello Stato di Israele

Il filonazismo arabo prima che Israele esistesse, il gran Muftì di Gerusalemme a Berlino e la nascita delle SS irachene e siriane, usate dopo la guerra per imporre il partito Baath (successore del partito nazista). Che fine hanno fatto gli 800 mila ebrei nei paesi arabi prima che Israele nascesse. I movimenti di sinistra filopalestinese e filo Hamas negano con un’alzata di spalle la discendenza diretta dell’ideologia di Hamas, di al-Qaeda e della Jihad dal nazismo hitleriano e dal fascismo di Benito Mussolini.

Mussolini, invidioso come sempre di Hitler, si autodichiarò “Spada dell’Islam”, fotografato su un cavallo bianco brandendo uno spadone.  Ma è tutto vero: Amin al-Husseini, Gran Muftì di Gerusalemme e massima autorità religiosa nel mondo sunnita, si piazzò a Berlino dal novembre 1941 fino alla fine della guerra per convincere Adolf Hitler a sterminare non soltanto tutti gli ebrei europei, ma gli ebrei che da secoli vivevano nelle comunità islamiche, e la minacciosa banda di agricoltori mitteleuropei – i terribili sionisti ispirati dall’austriaco Theodor Herzl che avevano legalmente acquistato aree incolte secondo le leggi e reso fertili le paludi malariche e il deserto al di qua del Giordano.

Il loro successo agricolo stava provocando lo spostamento di disoccupati arabi dall’Egitto, dall’Iraq, dalla Siria che si sistemavano intorno ai Kibbutz socialisti dove erano gli unici pagati, perché agli ebrei era vietato l’uso del denaro e anche i figli erano considerati comuni. Il successo degli intrusi che pagavano bene la mano d’opera araba era, per tutti gli islamici come Amin el-Husseini, un oltraggio che doveva essere curato in un solo modo: lo sterminio di tutti gli ebrei e specialmente dei loro bambini.

Riuscì a impedire uno scambio di quattromila bambini ebrei per altrettanti prigionieri tedeschi e col permesso di Hitler e l’entusiasmo di Himmler arruolò centomila arabi siriani e iracheni che nell’uniforme delle SS furono addestrati e rispediti in Medio Oriente per rifornire Auschwitz di tutti gli ebrei che, oltre ai sionisti, vivevano da secoli nei paesi arabi.

La sua azione era diretta oltre che contro gli ebrei anche contro gli inglesi che si erano impadroniti dopo la Grande Guerra della parte orientale della Terra Santa, a cui restituirono il nome romano di Palestina inventato da Traiano nel 135, per indicare la Giudea e la Samaria.

Ancora non c’era stata la Shoà (o meglio era segretamente in corso) e gli ebrei che vivevano in Egitto e in Medio Oriente erano poco meno di un milione. Oggi sono scomparsi, salvo pochi scampati in Israele. La nascita dello Stato ebraico fu decretata da una decisione delle Nazioni Unite insieme a quella di uno Stato palestinese che Al-Husseini e la Lega Araba rifiutarono con le armi in pugno, scatenando la prima guerra contro Israele, che vinse grazie al disperato coraggio dei ragazzi reduci del Ghetto di Varsavia.

Al-Husseini teorizzò l’obbligo dello sterminio di tutti gli ebrei e in particolare dei neonati e delle donne fertili, poi delle nonne e infine di ogni arabo non fedele ai “Fratelli Musulmani” (il gruppo da cui deriva Hamas).

Fu così che anche gli ebrei che nei secoli avevano vissuto in relativa serenità nelle società arabe diventarono bersaglio dei pogrom sterminatori. Il partito Nazional-socialista tedesco vinse le elezioni nel 1933, e il 30 gennaio Adolf Hitler ricevette l’incarico di Cancelliere col programma di riprendersi ogni terra che parlasse tedesco e liquidare tutti gli ebrei tedeschi, europei e del mondo intero. Hitler non aveva alcuna simpatia razziale per gli arabi che chiamava “mezze scimmie”, ma si convinse che l’Islam era una ferrea ideologia sorella del nazismo.

Così dal 1941 Hitler strinse rapporti sempre più stretti con Al-Husseini, che si era trasferito stabilmente a Berlino e che amava anche Mussolini. Da Hitler ricevette un certificato di “pura razza ariana”: sono visibili foto e filmati che lo mostrano mentre passa in rivista battaglioni di SS, circa centomila, arruolati da Siria e Iraq. Quelle formazioni furono usate dopo la guerra per imporre il partito Baath o Baas, successore del partito nazista ma generosamente considerato nel dopoguerra un partito socialista.

Il dominio assoluto degli arabi islamici (e anche dei numerosi arabi cristiani) era stato dunque incrinato dal pacifico e troppo laborioso arrivo dei visionari sionisti tedeschi, in genere di fede socialista o comunisti egualitari che sognavano una società senza denaro e senza proprietà, figli compresi.

Furono loro ad aver acquisito con regolari contratti registrati dall’impero Ottomano appezzamenti di terreno desertico o paludoso sulla riva sud del Giordano. Chiunque può vedere questi coloni in migliaia di foto, che mostrano fra l’altro la natura desertica e disabitata della Terra Santa.

Molti scrittori dell’Ottocento visitarono quella Terra Santa, fra cui l’Americano Mark Twain e l’italiano Edmondo De Amicis: tutti descrissero la desolata landa come un deserto alternato a paludi malariche, pochi pastori.

L’arrivo dei coloni tedeschi che cominciarono a trasformare paludi e deserto in aziende agricole, i kibbutz, provocò la crescita della popolazione araba che l’impero britannico classificò come “palestinesi”. Tutti erano palestinesi: Golda Meyr, che diventerà Primo ministro di Israele aveva un passaporto “palestinese”. 

Molto prima che esistesse il “foyer ebraico” promesso dagli inglesi nel 1917 la presenza di ebrei europei si era posta alle autorità islamiche: questi ebrei ricchi di progetti e attrezzature non somigliavano ai miti sefarditi, cittadini di seconda classe nelle comunità islamiche. Erano per lo più atei e socialisti, guidati una fede laica da cauterizzare come un’infezione.

Altro che due Stati: dal Giordano al mare, soltanto Palestina: come è stato mostrato il 7 ottobre 2023, dall’ultimo discendente di Al-Husseini, il ricercato Yaya Sinwar, capo di Hamas nascosto in qualche tubo del sottosuolo di Gaza.

(Il gran Muftì di Gerusalemme a Berlino)

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