La Germania e la “pandemia dei non vaccinati” (butac.it)

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Ci è arrivata l’ennesima segnalazione di un articolo apparso sul blog di Nicola Porro, soggetto che tutt’ora ha un contratto televisivo come giornalista con Mediaset pur avendo dimostrato ampiamente, grazie al suo blog, di non avere alcun interesse per i fatti.

L’articolo che ci è stato segnalato è del 31 luglio 2024, è firmato da Claudio Romiti, e titola:

“Pandemia non vaccinati mai esistita”. La verità viene a galla in Germania

Il pezzo racconta, senza mai mettere in dubbio i fatti, quanto riportato da “Aya Velázquez” (ex prostituta e attivista per i diritti dei lavoratori del settore) pseudonimo, secondo Tages Spiegel, di Magdalena Janynota fin dal 2019 in Germania per le sue posizioni complottiste e per aver contribuito a diffondere svariate teorie del complotto.

Di cosa stiamo parlando? Del report diffuso – senza conferma sia reale – dalla stessa Velázquez, e che riporterebbe i documenti del Robert Koch Institute sulla pandemia. Scrive Romiti:

In estrema sintesi, è emerso ciò che si “sospetta” sia avvenuto anche in Italia, ossia che le autorità sanitarie abbiano nascosto alcuni elementi che avrebbero reso ingiustificabili le misure restrittive, aggravando il quadro pandemico in ossequio alle aspettative del potere politico. In questi verbali, oltre ad emergere un certo disaccordo all’interno del Robert Koch Institute, basato su studi che sembravano smentire clamorosamente alcune scelte, come l’uso massivo delle mascherine, ma che alla fine chi era a capo tagliava corto e imponeva la linea del governo. Ed è così in merito alla questione ancora tutta da decodificare dei vaccini sperimentali. Sebbene, infatti, molti scienziati del RKI avessero espresso fortissimi dubbi circa la decisione di immettere sul mercato tali vaccini, realizzati saltando tutte le precauzioni del passato, il capo dell’Istituto, Lothar Wieler, impose d’autorità la sua linea: “Le misure non debbono essere messe in discussione”.

In Germania testate serie come Zeit Online hanno scritto che, dai documenti verificati pubblicati in prima istanza dallo stesso Robert Koch Institute, non pare emergere nulla che faccia presupporre quanto sostenuto dai documenti riportati da Velázquez:

Una cosa è chiara dopo aver letto le pagine su cui ZEIT ONLINE ha lavorato finora: il contenuto non costituisce uno scandalo, soprattutto se lo si legge nel contesto dell’epoca. Il lavoro della squadra di crisi dell’RKI è meticolosamente registrato. Come vengono compilati quasi ogni giorno i numeri del coronavirus, studi e opinioni di esperti provenienti da tutto il mondo per ricavare raccomandazioni attuali e scientifiche che la politica può utilizzare come guida. L’immagine che emerge è quella di un’autorità che lotta per argomenti concreti in una vita quotidiana in cui nuovi fatti vengono aggiunti quasi ogni giorno.

Nello stesso articolo Zeit Online spiega appunto che:

…sono disponibili tutti i protocolli della task force, anche se non è del tutto certo che siano autentici. L’RKI fa sapere che non sono stati esaminati o verificati. Quello che il gruppo ha presentato martedì è stato passato a Aya Velázquez. Lei dice che proviene da qualcuno che ha lavorato all’RKI in passato, “un whistleblower”.

Secondo Zeit anche nei documenti nuovi pubblicati da Velázquez, gli “RKI leaks”, non ci sono informazioni sorprendenti, se non i tentativi da parte dei politici di influenzare il lavoro dell’Istituto, tentativi che però pare non siano andati a buon fine, secondo quanto notato da ZDF.

Perché queste cose sul blog di Porro non vengono riportate? Perché non viene spiegato che Aya Velázquez non è considerata soggetto affidabile, se non dai seguaci delle teorie del complotto? Perché non vengono riportate parole di giornalisti tedeschi che hanno analizzato i documenti a loro volta? Perché, come detto all’inizio, non c’è alcun interesse per raccontare fatti.

Sia chiaro, in tutto il mondo i politici hanno cercato per quanto possibile di influenzare le autorità sanitarie, in un verso o nell’altro, non dovremmo sconvolgerci a questa notizia, e non dovremmo ascoltare l’ennesima voce che sostiene che la gestione della pandemia non è stata fatta seguendo considerazioni razionali e scientifiche che nulla c’entrano con gli equilibri politici, l’abbiamo già visto sostenere e abbiamo potuto chiarire senza fatica i fatti.

Ma allora questa storia della “pandemia dei non vaccinati”? In realtà un giornalista serio avrebbe dovuto cercare e riportare le dichiarazioni dell’ex ministro federale della Salute tedesco, Jens Sphan, che ha spiegato, dopo la pubblicazione di questo report:

“Quello che intendevo con questa espressione (la pandemia dei non vaccinati ndmaicolengel) è che nelle unità di terapia intensiva all’epoca vedevamo principalmente persone senza vaccinazioni che avevano casi gravi ed estremamente gravi”, ha detto Spahn a ZDF. Quella era una situazione “che minacciava di sopraffare il sistema sanitario”.

La frase che secondo Velázquez, e di rimando Romiti, che sarebbe dimostrazione di qualcosa che non va sarebbe questa:

In den Medien wird von einer Pandemie der Ungeimpften gesprochen. Aus fachlicher Sicht nicht korrekt, Gesamtbevölkerung trägt bei. Soll das in Kommunikation aufgegriffen werden?

I media parlano di una pandemia tra i non vaccinati. Da un punto di vista tecnico questo non è corretto, l’intera popolazione contribuisce. È così che dovrebbe essere affrontato nella comunicazione?

La frase è presente nei documenti pubblicati da Velázquez, e sarebbe pronunciata da un rappresentante del dipartimento dell’RKI nel rapporto sui risultati del 5 novembre 2021.

Ma basta leggerla per capire che non è dimostrazione di nulla se non di un sensazionalismo pieno di imprecisioni da parte di media e politici, sensazionalismo che abbiamo denunciato all’epoca anche in Italia. Dare a intendere, prendendo in esame quella singola frase, che non vi fosse un aggravarsi superiore nei non vaccinati rispetto ai vaccinati è disinformare. Lo fa Velázquez, lo riprende Romiti.

Non crediamo sia necessario aggiungere altro, se non che non capiamo come questa gente abbia ancora così tanta credibilità in certi ambienti. Sono pochi quelli che osano attaccare Porro per quello che fa col suo blog, noi dal nostro piccolo non smetteremo mai di denunciarne sensazionalismi e imprecisioni.

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