Falce e Hamas
Un delirante comunicato politico che espone al pubblico di pazzi esaltati aziende e personalità varie, tra cui anche giornalisti e amici di questo giornale.
La procura e l’Antiterrorismo indagano
I tempi non hanno sempre la stessa luce e i giorni che viviamo spesso sono flebilmente illuminati dal coraggio di pochi, e resi terribili dalla viltà di molti. C’è stato un tempo fatto di liste di proscrizione, di antisemitismo, di messa al bando di intere schiere di esseri umani trasformati in bestie e carne da macello.
Quel tempo in cui gli ebrei erano il problema sembra ritornato questa volta senza vergogne. Non tanto per l’ennesima folle lista di proscrizione, questa volta a opera del Nuovo Partito Comunista che verga un delirante comunicato simile a quello che le Brigate Rosse lasciavano nelle cabine telefoniche, ma per l’ignavia che ormai colpisce come un’erbaccia nel tessuto del nostro dibattito pubblico.
Nel documento si legge che, «l’entità sionista è parte integrante del sistema di potere della Repubblica Pontificia (…). Essa opera nel nostro paese sia attraverso proprie aziende inserite nel tessuto finanziario e commerciale italiano, sia attraverso uomini di fiducia (ebrei e non ebrei) con ruoli apicali nell’ambito mass-mediatico, nel campo dell’istruzione, della medicina, della ricerca scientifica, della politica e delle istituzioni». E poi compila un «elenco di alcune di tali aziende e agenti».
In questa lista di odio antisemita ci sono anche giornalisti, collaboratori e amici di questo giornale, oltre a tanti altri con cui condividiamo battaglie e ideali.
Quella lista è anche il ritratto dell’impunità e dell’indifferenza, questi nuovi finto rivoluzionari che scrivono da Rue Lenin a Saint Denis in Francia facendoci capire che sono figli di tradizioni di clandestinità, espongono al pubblico di pazzi esaltati padri e madri di famiglia definiti «sionisti» e quindi meritevoli di chissà quale trattamento.
Tutto o parte del tutto nasce da Gabriele Rubini aka Chef Rubio, che in una lugubre festa dei Carc, come un predicatore d’odio ha lanciato una fatwa contro altri colleghi giornalisti dichiarando: «Loro devono avere paura ad andare al lavoro ogni giorno, loro devono temere per l’incolumità dei loro figli e delle loro figlie».
Profeti di sventura, eroi da tastiera che fanno dell’odio il loro lavoro grazie a reti mantenute con i soldi che Hamas raccoglie anche nel nostro Paese (come abbiamo raccontato anche da queste pagine), eroi che accusano di essere malmenati per la loro lotta contro il sionismo ma sono pronti a istigare omicidi, eroi che combattono una guerra dai loro cellulari e si mascherano da guerriglieri ogni sabato pomeriggio.
La Palestina, Gaza e quant’altro sembra essere solo il pretesto per un odio antico, per un regolamento di conti, che ora col favore delle tenebre e di un’opinione pubblica in cui uccidere un ebreo non è più reato.
Su questo ennesimo episodio indaga la Procura della Repubblica di Roma e l’Antiterrorismo, le prefetture hanno già disposto dispositivi di protezione personale per i citati in quella lista. Lo Stato c’è e sicuramente ci sarà anche domani, resta da capire se continuerà ad esserci un opinione pubblica che si alzerà in piedi.
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