di Ernesto Ferrero
Il “big bang” di uno scrittore. Lo stile è riconoscibile a partire dall’understatement dell’apertura
La lettera del 26 novembre 1945 indirizzata da Primo Levi ai parenti che nel 1939, all’indomani delle leggi razziali, si erano rifugiati in Brasile era rimasta a oggi custodita negli archivi famigliari, e dobbiamo essere grati ai suoi figli, Lisa e Renzo, di avercene fatto dono, nel centenario della nascita dello scrittore (31 luglio 1919), e nel 75° della partenza per Auschwitz.
È in pari tempo un documento di eccezionale importanza per la ricostruzione del percorso del Levi scrittore, di cui rappresenta il Big Bang, e un flash vivacissimo che fotografa i malesseri dell’Italia e dell’Europa («vecchia, maledetta e pazza») nei primi mesi di un dopoguerra in cui una vera pace è ancora lontana … leggi tutto