“Lo sguardo di uno sconosciuto” racconta il viaggio intrapreso da Emmanuel Iduma, nigeriano classe ’89, enfant prodige della letteratura africana.
L’autore si sofferma sulle contraddizioni e la varietà dell’Africa. Ma il suo libro può anche essere letto come un saggio sull’arte della fotografia, senza dimenticare l’elemento politico – L’approfondimento
“Quando gli racconto la nostra missione – un viaggio via terra da Lagos a Sarajevo, lungo la costa – dice che è felice che non passiamo per il deserto. Nel deserto, ci spiega, ci sono molti luoghi di sepoltura. […] Nel deserto, la morte non significa nulla”.
Emmanuel Iduma si può considerare senza remore un enfant prodige della letteratura africana, nato in Nigeria nel 1989 da un predicatore e da una maestra, ha studiato dapprima legge per poi finire ad insegnare nell’Art writing program della School of Visual Art di New York. Nel 2008 ha fondato un magazine letterario, Saraba, che ha l’obiettivo specifico di dare spazio a scrittori africani, e nel 2017 è arrivato addirittura a curare il padiglione nigeriano alla Biennale di Venezia.
In questo percorso di vita così intricato Iduma ha trovato il tempo di intraprendere, neanche trentenne, quello che si potrebbe definire un grand tour dell’Africa – da Dakar a Doula, da Bamako a Benin, da Khartum a Casablanca – che inizialmente sarebbe dovuto terminare a Sarajevo, ma che si è interrotto molto prima. Da questa esperienza è nato il suo secondo libro: Lo sguardo di uno sconosciuto, pubblicato in Italia da Francesco Brioschi Editore e tradotto da Gioia Guerzoni, che racchiude in 77 brevi capitoli, delle vere e proprie fughe letterarie, l’esperienza vivida dello scrittore a contatto con il continente che gli ha dato i natali … leggi tutto