di Carlo Canepa
Movimento 5 Stelle
Da tempo il leader del Movimento 5 Stelle non si espone su chi preferisce come prossimo presidente degli Stati Uniti, a detta sua per «tutelare l’interesse nazionale»
Nelle scorse ore vari politici, tra cui il presidente del Partito Democratico Stefano Bonaccini e il leader di Italia Viva Matteo Renzi, hanno criticato alcune dichiarazioni fatte dal presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte in un’intervista con la Repubblica del 26 agosto.
In breve, Conte non vuole dire chi preferisce come prossimo presidente degli Stati Uniti tra la democratica Kamala Harris e il repubblicano Donald Trump. Questo atteggiamento del presidente del Movimento 5 Stelle è stato criticato da più parti, ma non è una novità.
Conte tra Harris e Trump
Nell’intervista con la Repubblica, alla domanda se spera nella vittoria di Harris o di Trump, Conte non ha preso posizione. «Giudicheremo la prossima presidenza sui fatti. Alla convention democratica sono emersi temi interessanti e in linea con una forza progressista, come il progetto di eliminare i debiti legati a spese mediche, la volontà di mettere un tetto ai prezzi dei generi alimentari e la previsione di sussidi per l’acquisto della prima casa», ha detto il presidente del Movimento 5 Stelle.
Ma a una seconda richiesta di prendere posizione, Conte ha replicato: «Noi, come forza alternativa a Giorgia Meloni per il governo del Paese, dovremo dialogare con qualunque presidente sarà eletto dai cittadini americani».
Secondo Conte, poi, una vittoria di Trump non rappresenterebbe un «rischio per la democrazia». «La libera scelta dei cittadini non è mai una minaccia per la democrazia», ha aggiunto l’ex presidente del Consiglio, che ha ribadito comunque di condannare l’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021, per cui è stato incriminato lo stesso Trump.
Non è la prima volta che il presidente del Movimento 5 Stelle decide di non dire quale preferisce tra i due candidati alle presidenziali statunitensi. Poche settimane fa, per esempio, è accaduta la stessa cosa. Il 3 agosto, in un’intervista con il Corriere della Sera, alla domanda se si schiera con Harris o Trump, Conte ha risposto: «Io penso che sia se vince Trump sia se vince Harris l’Italia dovrà portare avanti il suo tradizionale dialogo con gli Stati Uniti».
Lo stesso giorno, in un’intervista con il Fatto Quotidiano, il presidente del Movimento 5 Stelle ha ribadito la stessa posizione alla domanda se «tifa» per Trump: «Ho già risposto più volte su questo: ripeto che, con qualunque candidato vinca, l’Italia dovrà avere buoni rapporti, perché parliamo di nostri tradizionali alleati».
I precedenti con Biden
L’ex presidente del Consiglio ha fatto dichiarazioni simili anche nei mesi precedenti, quando il candidato democratico alle elezioni presidenziali sembrava sarebbe dovuto essere il presidente uscente Joe Biden, che successivamente ha ritirato la propria candidatura.
«Io non mi permetto di fare nessun endorsement nella campagna elettorale americana, primo perché non è nel mio costume fare endorsement nelle elezioni altrui», ha dichiarato Conte il 3 giugno, ospite a Piazzapulita su La7. «Io dico soltanto questo, e lo ripeto, che chiunque sarà il presidente degli Stati Uniti, il presidente del Consiglio italiano dovrà averci a che fare e dovrà cercare di avere buoni rapporti con un tradizionale alleato per tutelare l’interesse nazionale».
Le posizioni degli altri leader
A differenza di Conte, altri leader dei principali partiti italiani hanno detto se preferiscono una vittoria di Harris o di Trump, ma c’è almeno un’altra eccezione.
Il 7 agosto, in un’intervista con il settimanale Chi, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha dichiarato che tra i due candidati «le sue preferenze sono note», lasciando intendere che preferirà una vittoria di Trump. «Tutti sanno che sono presidente dei Conservatori europei [un partito europeo, che ha un gruppo nel Parlamento europeo, ndr], e che tra i partiti esterni all’Europa che aderiscono ai conservatori ci sono anche i repubblicani americani», ha sottolineato la leader di Fratelli d’Italia, aggiungendo che comunque «ha lavorato bene con l’amministrazione democratica di Biden».
Già dalle elezioni statunitensi del 2016 il segretario della Lega Matteo Salvini è stato tra i principali sostenitori di Trump. A sostegno della sua preferenza, in varie occasioni Salvini ha ripetuto che durante le presidenze repubblicane gli Stati Uniti hanno vissuto anni di pace. Questo è falso, come abbiamo spiegato in un altro fact-checking.
Tra i partiti all’opposizione, la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein, il segretario di Azione Carlo Calenda e il presidente di Italia Viva Renzi sostengono la candidatura di Harris contro Trump.
Come anticipato, tra le posizioni dei leader c’è un’eccezione. In varie interviste rilasciate quest’anno, il leader di Forza Italia Antonio Tajani ha preferito non schierarsi apertamente per un candidato alle prossime elezioni presidenziali statunitensi.
Il 23 luglio, in un’intervista con il Mattino, Tajani – che nel governo Meloni ricopre il ruolo di ministro degli Esteri – ha detto di seguire «con attenzione la campagna elettorale» negli Stati Uniti, ma di non voler «interferire in alcun modo con il voto». «Io ho lavorato bene con Biden, con Harris e così con Trump quando venne in visita in Europa ed io ero alla presidenza del Parlamento europeo», ha aggiunto Tajani.
A febbraio, in un’intervista con Il Foglio, il ministro degli Esteri aveva sottolineato comunque che Trump non è mai stato un «punto di riferimento» per Forza Italia, aggiungendo: «Noi siamo amici e alleati degli Stati Uniti indipendentemente da chi sarà domani il presidente».