Per chi non lo sapesse Gianfranco Pagliarulo è un ex senatore ed ex responsabile della Propaganda di Rifondazione Comunista, attualmente presidente dell'Anpi.
Ruolo che fu del compianto Smuraglia, che partigiano lo era stato per davvero e che, alla stessa domanda sull’Ucraina, rispose senza esitazione: e come volete chiamarla, se non Resistenza?
Del resto, Pagliarulo fin dal 2014 si è schierato dalla parte dei repubblichini del Donbass e si è attaccato di continuo a tesi in gran parte antistoriche, cospirazioniste e revisioniste propagandate dalle fonti governative russe e da lui ripetute paro paro (almeno finché non è diventato presidente dell’Anpi, poi s’è dato una calmata).
Esemplari di una cultura politica anacronistica e revanscista ferma all’epoca della Dottrina Breznev, per gente come Pagliarulo l’Ucraina è colpevole, almeno fin dal 2014, di non voler rientrare nella sfera d’influenza di Mosca e di essersi data un governo autonomo, filo-occidentale e filo-atlantista, in poche parole rinnegando il passato e scegliendo il capitalismo.
Per i pagliaruli d’Italia in realtà la differenza non è la fornitura di armi pesanti o leggere, quella è una supercazzola. Ciò che fa la differenza per loro è che gli ucraini “nazisti e gay” non vogliono cedere ai tentativi di Putin di riportarli sulla retta via, e pertanto la loro lotta per resistere all’invasore non è vista come “resistenza” ma come ostinazione a non volersi arrendere, mentre la condotta della Russia viene considerata tutto sommato legittima e proporzionata.
In confronto Lavrov e Medvedev sono più equilibrati.
Nel merito, il contributo della Resistenza alla caduta del nazifascismo fu notevole ma non determinante, perché la sconfitta dell’Asse fu dovuta essenzialmente agli eserciti alleati. I numeri parlano chiaro: secondo i dati della stessa Anpi, su circa 25.000 partigiani i morti furono 6882. I caduti degli eserciti alleati per la liberazione dell’Italia furono 350.000, sepolti in 42 cimiteri sparsi per tutto il Paese.
Secondo gli storici, se i nostri partigiani non avessero ricevuto aiuti dagli Alleati e avessero dovuto fare tutto da soli, contando solo sulle armi residue del nostro esercito sgangherato e su quelle catturate ai tedeschi, sarebbe stata tutta un’altra storia.
La Resistenza italiana ha un valore incommensurabile non dal punto di vista militare ma soprattutto simbolico, di riscatto e redenzione morale di tutto un popolo. Gli italiani erano entrati in guerra per motivi abietti, dopo aver approvato le leggi razziali per compiacere gli alleati nazisti, fecero deportare migliaia di persone nei lager e si resero complici dello sterminio di 6 milioni di ebrei.
Con la lotta partigiana l’Italia rinnegò tutto questo e riabilitò il nostro Paese agli occhi del mondo, in quanto si schierò dalla parte giusta della Storia.
Eh sì, perché nonostante le sciocchezze degli “equidistanti”, esiste una parte giusta e una parte sbagliata. I partigiani per fortuna scelsero la parte giusta.