Le scuse di Zuckerberg (butac.it)

di 

Oggi abbiamo ricevuto una segnalazione che ci fa piacere condividere con voi:

Buongiorno vi invio una  notizia rivelatasi una fake

https://www.google.com/amp/s/www.butac.it/zuckerberg-censura/amp/

Vi invio la notizia corretta visto che zuckerberg ha ammesso con una lettera una pressione dall’amministrazione Biden in materia di censura sul covid

Vediamo se riusciamo ad essere imparziali davvero?!

Saluti.
Il messaggio come potete vedere era un filino passivo-aggressivo, chi lo scriveva probabilmente aveva letto sommariamente il nostro articolo del 2023, pensava che fosse qualcosa di più recente e che linkandoci il Fatto Quotidiano ci mostrasse come avessimo toppato. Ho ritenuto fosse sensato, per una volta, rispondere, senza però cadere nello stesso tipo di aggressività.
Ciao,

Ti ringrazio per la tua segnalazione, ma credo che ci sia stata un’incomprensione. Hai avuto modo di leggere attentamente l’articolo, e di verificare la data di pubblicazione? Purtroppo, temo di no. Il nostro articolo del 2023 si riferiva specificamente a una frase che due giornalisti de La Verità attribuivano a Zuckerberg, frase che abbiamo dimostrato non essere stata mai pronunciata. Nell’articolo, che suppongo non sia stato letto con attenzione, riportavamo già nel 2023 che:

“Zuckerberg ha solo detto che alcune istituzioni, nel tentativo di arginare la disinformazione – anche quella che non faceva danni – hanno tentato di silenziare voci che in un secondo momento si sono rivelate vere o fonte di dibattito. La sua è solo una presa di coscienza sul fatto che non sempre è possibile certificare fin da subito cosa sia vero e cosa no.”

In altre parole, spiegavamo già allora ciò che ora Il Fatto Quotidiano presenta come una novità. Grazie comunque per la tua segnalazione, che ci offre l’opportunità di chiarire ulteriormente questi aspetti. Un saluto.

Per chi non avesse voglia di andarsi a leggere l’articolo del 2023, tale articolo si riferiva a una frase cavalcata appunto dai due giornalisti de La Verità che sostenevano che Zuckerberg avesse detto due specifiche frasi. Una sarebbe stata questa:

Abbiamo oscurato anche informazioni vere

e l’altra era usata nel virgolettato del titolo de La Verità:

Zuckerberg si scusa per la censura: “Sul Covid la scienza aveva torto”

Nessuna delle due frasi era stata detta. Ma, come avevamo spiegato nella risposta al segnalatore, nell’intervista del 2023 Zuckerberg aveva ammesso di aver subito pressioni da istituzioni che chiedevano di silenziare voci anche quando non era dimostrato che esse fossero false, senza per questo rinnegare la scienza. E oggi cosa c’è di corretto nel titolo del Fatto Quotidiano?

Zuckerberg ammette “pressioni da staff Biden e Fbi” su Meta: ottennero la “censura” delle notizie sul computer di Hunter e sul Covid

Zuckerberg, in una lettera a Jim Jordan, che presiede la Commissione Giustizia della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, ha ammesso (come aveva già fatto in passato) le pressioni del governo, ma non parla di aver censurato delle informazioni, bensì di averle declassate, ovvero aver tolto loro visibilità in attesa che i fact-checker selezionati dalla piattaforma dessero il loro parere sui fatti. Spiega che:

In 2021, senior officials from the Biden Administration, including the White House, repeatedly pressured our teams for months to censor certain COVID-19 content, including humor and satire, and expressed a lot of frustration with our teams when we didn’t agree. Ultimately, it was our decision whether or not to take content down, and we own our decisions, including COVID-19-related changes we made to our enforcement in the wake of this pressure.

Che tradotto:

Nel 2021, funzionari senior dell’Amministrazione Biden, inclusa la Casa Bianca, hanno ripetutamente fatto pressioni sui nostri team per mesi affinché censurassero determinati contenuti sul COVID-19, inclusi umorismo e satira, ed hanno espresso molta frustrazione con i nostri team quando non eravamo d’accordo. Alla fine, era nostra la decisione se rimuovere o meno il contenuto, e ci assumiamo la responsabilità delle nostre decisioni, inclusi i cambiamenti relativi al COVID-19 che abbiamo applicato a seguito di queste pressioni.

E ancora:

In a separate situation, the FBI warned us about a potential Russian disinformation operation about the Biden family and Burisma in the lead up to the 2020 election. That fall, when we saw a New York Post story reporting on corruption allegations involving then-Democratic presidential nominee Joe Biden’s family, we sent that story to fact-checkers for review and temporarily demoted it while waiting for a reply. It’s since been made clear that the reporting was not Russian disinformation, and in retrospect, we shouldn’t have demoted the story. We’ve changed our policies and processes to make sure this doesn’t happen again — for instance, we no longer temporarily demote things in the U.S. while waiting for fact-checkers.

Che tradotto:

In un’altra situazione, l’FBI ci ha avvertiti riguardo a una potenziale operazione di disinformazione russa sulla famiglia Biden e Burisma durante la campagna elettorale del 2020. Quell’autunno, quando abbiamo visto una storia del New York Post che riportava accuse di corruzione riguardanti l’allora candidato presidenziale democratico Joe Biden e la sua famiglia, abbiamo inviato quella storia ai fact-checker per la revisione e l’abbiamo temporaneamente declassata in attesa di una risposta. È stato successivamente chiarito che il reportage non era disinformazione russa e, in retrospettiva, non avremmo dovuto declassare la storia. Abbiamo cambiato le nostre politiche e processi per assicurarci che ciò non accada di nuovo — ad esempio, ora non declassiamo temporaneamente i contenuti negli Stati Uniti mentre aspettiamo i fact-checker.

Zuckerberg ammette di aver scelto delle politiche che potessero in qualche maniera ridurre le critiche che gli erano state mosse dall’amministrazione americana retta da Biden, politiche che ora dice non implementerà più. Ogni piattaforma decide le proprie regole e Meta, come abbiamo visto da tempo mette davanti a tutto una cosa: il guadagno.

Ci sta, si tratta di un’azienda con tantissimi impiegati e investitori, devono pensare agli utili. Il problema è che non conta che i soldi arrivino grazie a post sponsorizzati truffaldini, o annunci sul market place di prodotti inesistenti, poco conta che le sponsorizzazioni riguardino integratori che promettono di depurarvi dai vaccini, o schema Ponzi e trading online, basta che paghino.

Nulla di tutto ciò ci sorprende, nulla di tutto ciò suona come novità.

Per approfondire, al post dell’articolo del Fatto suggeriamo altre letture:

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