di Cristina Marrone
Il virologo dopo il sasso lanciato sul palco: pago il rigore sulla pandemia, c’è troppo odio
Alla fine, le hanno tirato addirittura un sasso su un palco a Barletta solo per aver detto che il Covid è in ripresa. Professor Fabrizio Pregliasco, ha avuto paura?
«Per la verità io non me ne sono reso conto subito perché stavo parlando e di fronte avevo due riflettori che mi abbagliavano: non vedevo il pubblico. Ho sentito solo un tonfo sul palco. Si è accorta del sasso la giornalista che era a fianco a me, Manila Gorio. Ha subito fermato il dibattito chiedendo ai responsabili di farsi avanti evidenziando la gravità dell’atto e chiedendo scusa».
E poi che cosa è successo?
«Ho voluto proseguire. Ho terminato di spiegare con toni tranquilli della convivenza con il Covid, senza enfasi e senza alcun allarmismo».
La volevano colpire?
«Il sasso è arrivato vicino, non ho idea se volessero davvero colpirmi e hanno sbagliato mira. Noi eravamo sul palco dell’anfiteatro, posto in basso, mentre il pubblico era seduto sugli scalini e la pietra è stata lanciata dall’alto. È stato un episodio spiacevole, che ho trovato davvero un po’ esagerato».
Ha ricevuto messaggi di solidarietà?
«Sì, moltissimi. Il sindaco e l’assessore alla Cultura di Barletta si sono scusati. Moltissimi colleghi mi hanno chiamato, anche Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici. Beatrice Lorenzin ha parlato di un atto vile e inqualificabile».
Non è la prima volta che riceve minacce per il suo ruolo di divulgatore durante la pandemia. Nel marzo del 2022 le hanno anche spedito un proiettile in università.
La domanda
La presentatrice mi ha chiesto «come siamo messi con il Covid?» Qualcuno non ha gradito
«Sì, il proiettile era accompagnato da una lettera di minacce. Mi accusavano di consigliare un vaccino neurotossico ai bambini e promettevano di sparare alla pancia e alle gambe a me e ai miei figli con l’intento di farmi soffrire».
Quando va in giro da solo ha paura?
«In realtà molte volte le persone che mi riconoscono mi chiedono un selfie. Altre volte, ma è una minoranza, mi insultano accusandomi di aver rovinato l’Italia. Per evitare gli attacchi dei no vax non vado più in metropolitana dove sarei spesso riconosciuto: mi accusano di averli chiusi in casa durante la pandemia».
Anche i social non sono proprio teneri.
«Per questo ultimo caso mi hanno scritto “peccato che il sasso non ti abbia colpito”. Per sdrammatizzare, con gli amici stiliamo la classifica dei commenti più assurdi. Al numero uno c’è “sei un glande”, seguito a ruota da “vai a schiacciare ricci con il deretano”. Espressioni quasi comiche, se non fosse che dietro c’è tanto odio».
Ma lei che cosa ci faceva a Barletta?
«Ero stato invitato alla manifestazione “Oscar del libro” all’Anfiteatro Castello per la premiazione del libro che ho scritto con la giornalista Paola Arosio “I superbatteri. Una minaccia da combattere”».
Ma si parla di batteri, che cosa c’entra il Covid che è un virus?
Solidarietà
Il sindaco e l’assessore alla Cultura di Barletta si sono scusati. Moltissimi colleghi mi hanno chiamato
«Nulla. Infatti, ho parlato dei rischi dell’antibiotico resistenza. Durante la serata la presentatrice mi ha chiesto “come siamo messi con il Covid?”. Qualcuno evidentemente non ha gradito».