Lutti.
Addio all’artista brasiliano, noto per la sua versione travolgente di «Mas que nada», il classico di Jorge Ben
Se ne è andato a 83 anni Sérgio Mendes, pianista, cantante, compositore e splendido divulgatore pop della bossa nova negli anni Sessanta; la sua salute era peggiorata per gli effetti a lungo termine del Covid.
È stato uno dei padri spirituali delle riscoperte lounge anni Novanta, apprezzato per quelle tante cover easy listening iniettate di suoni latin e jazz di classici di Beatles (The Fool on the Hill), Simon and Garfunkel (Scarborough Fair), Otis Redding, Stevie Wonder e molti altri; Herb Alpert Presents Sergio Mendes & Brasil ’66, primo album del 1966 dell’omonimo progetto, è il disco che lo impone a livello internazionale – in precedenza i lavori a suo nome e con i Brasil ’65 non avevano avuto successo; l’album è presentato da Alpert che lo produce con Jerry Moss, entrambi fondatori dell’etichetta A&M; è cantato anche in inglese e soprattutto è presente all’interno una versione travolgente di Mas que nada (che nel 2006 ri-registrerà con i Black Eyed Peas), il classico di Jorge Ben; quella cover gli aprirà tutte le porte.
Poi nel 1967 arriva il rifacimento di The Look of Love di Bacharach, altro pezzo che gli darà massima visibilità portandolo ai primi posti in classifica negli Usa.
Seguiranno dischi a nome Brasil ’77 e album a suo nome ma è il gruppo Brasil ’66 che resterà nel tempo al cuore della produzione dell’artista.
Sérgio Mendes, nato in Brasile e trasferitosi nel 1964 negli Stati Uniti, ha incarnato la quintessenza dell’easy listening; negli anni la sua bossa nova raffinatissima, ibridata con pop e jazz, ha innervato una sfilza di cover e di brani originali, rivelandosi spesso negli Usa un antidoto, veloce e lieve, alle turbolenze sociali e belliche anni Sessanta e inizio Settanta.