Lo Ius sòla… (butac.it)

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Sta girando molto in rete una dichiarazione del sindaco di Sesto San Giovanni, Roberto di Stefano, che ci avete segnalato. Di Stefano, che amministra il Comune dell’hinterland milanese, ha fatto un video ripreso poi da svariati disinformatori seriali. Il video è questo:

Ma per chi non volesse sprecare banda per ascoltare Di Stefano abbiamo provveduto a una trascrizione:

Lo Stato italiano riconosce la poligamia. E questo come lo definiamo? Ius sòla? Sì, ma solo perché amministra un Comune. Ecco cosa succede oggi. Se un cittadino italiano si trasferisce in un nuovo Comune, deve dimostrare il suo stato civile, cioè se è celibe, nubile o sposato. Ma se sei uno straniero? Beh, per loro non è obbligatorio. Avete capito bene, è solo facoltativo. L’attuale normativa prevede che se uno straniero non fornisce certificati esteri validati, i suoi legami di parentela possono essere semplicemente omessi. Cosa significa tutto questo? Significa che uno straniero potrebbe avere cinque mogli e dieci figli nel suo Paese di origine, ma quando si trasferisce in Italia può dichiararsi libero nello stato di famiglia. Esatto, non è obbligatorio dimostrarlo. In questo modo i matrimoni non vengono dichiarati. Le mogli non vengono conteggiate all’interno dell’ISEE che è l’indicatore della situazione economica, però i figli sì. Così magicamente riescono a raggirare completamente le normative e ottenere punteggi più alti per gli assegni familiari, le case popolari, ma anche sconti per gli asili nido e le scuole materne, perché il loro reddito risulta praticamente inesistente. E tutto questo a spese dei Comuni. Ci sono stati casi in cui soggetti poligami, soprattutto provenienti da Paesi nordafricani, hanno dichiarato di essere liberi, anche se hanno figli, così risultano con un ISEE pari a zero, poiché viene considerato solo uno dei tuoi genitori a seconda della convenienza. In alcuni i genitori residenti in Comuni differenti ottengono due case popolari, dividendosi i figli e subartando una delle due abitazioni a connazionali. Insomma, ci fanno anche un bel business e di peggio. È che questa è una truffa legalizzata perché la normativa lo permette. Quello che chiediamo. È chiaro introdurre subito l’obbligo per i cittadini stranieri di certificare il loro stato civile al momento della prima iscrizione anagrafica. E voi cosa ne pensate? Ditemelo nei commenti.

Di Stefano accompagna il video con questo post:

⚠️ #IUSSOLI? #IUSSCHOLAE? ECCO LO IUS “SOLA”: COME ALCUNI IMMIGRATI FURBETTI RAGGIRANO IL SISTEMA
Sapevate che gli #immigrati non sono obbligati a dimostrare il loro stato civile quando arrivano in Italia? Questo permette loro di dichiararsi “liberi” nello stato di famiglia, anche se hanno più mogli e figli a carico, ottenendo così punteggi più alti per aiuti e benefici. Serve un intervento immediato per fermare questa truffa legalizzata!

Ma le cose sono come dichiarato dal primo cittadino di Sesto San Giovanni? Non proprio: siamo di fronte a un caso di disinformazione politica.

In Italia, quando un cittadino cambia residenza e si trasferisce in un nuovo Comune, deve comunicare il proprio stato civile (celibe, nubile, sposato, vedovo ecc.) come parte della procedura di registrazione anagrafica. Questo vale sia per i cittadini italiani che per quelli stranieri.

Quindi, la regola che bisogna comunicare il proprio stato civile vale per tutti, è sbagliato dare a intendere che lo straniero non abbia quell’obbligo. Al massimo va sottolineato che la differenza sta nel modo in cui le informazioni vengono verificate: un cittadino italiano fornisce tali dati, che possono essere facilmente verificati attraverso i registri dello stato civile, mentre per gli stranieri il Comune deve fare affidamento su documenti esteri, e quindi su procedure diverse a seconda del Paese di origine, o in alcuni casi su autocertificazione (sempre più rara).

Quindi è fuorviante affermare che per i cittadini stranieri non sia obbligatorio dichiarare lo stato civile. Se da una verifica risultasse che hanno mentito rischierebbero di vedersi togliere tutto quanto hanno ottenuto con la loro menzogna.

Di Stefano parla di “casi” durante il suo intervento video, ma lo fa senza darci dei numeri: quanti stranieri mentiranno come da lui sostenuto? 10,100, 1000? Ha prove che questo avvenga così spesso da denunciare un fenomeno che “accade oggi” o le sue sono accuse senza fondamento?

Giusto per non farci mancare nulla ci terrei a precisare che esistono tantissime coppie di italiani sposati che, per usufruire di benefici fiscali non studiati per loro, tengono residenza in abitazioni diverse. Ad esempio per avere l’esenzione dell’IMU su due case invece che una, oppure della TARI, stessa cosa vale per l’ISEE. Come mai questi casi non vengono menzionati da Di Stefano e dai tanti che stanno condividendo il suo video?

Detto ciò, lo ammetto, una certa disinformazione un po’ mi mancava, mi sembra quasi un ritorno alla (a)normalità del dibattito politico nel nostro Paese.

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