Nuovi disordini alla Casa Circondariale di Cerialdo.
Il sindacato Osapp: “E’ diventata un altro dei numerosi gironi infernali che caratterizzano l’attuale sistema penitenziario italiano”
Prima un detenuto scavalca la rete del campo sportivo, dove avevano già tentato l’evasione altri detenuti in passato, poi sale sul tetto della struttura al fine di ottenere un trasferimento in altra sede.
E’ quanto nuovamente accaduto al carcere di Cuneo lo scorso 13 settembre fin dal mattino quando si sono verificati gravi episodi al reparto ‘Gesso’ dell’istituto di pena. Contestualmente si sono verificati tafferugli presso alcune sezioni dove i detenuti hanno tentato di uscire ma sono stati fermati dagli agenti di Polizia Penitenziaria.
Gli stessi detenuti, non contenti, hanno ulteriormente protestato rifiutando di fare rientro nelle proprie celle fino a tardi.
Lo riporta una nota stampa del sindacato Osapp di Cuneo, siccome per gli ennesimi disordini è stato quindi richiamato personale in servizio che fino alle 22.30 ha faticato per ripristinare l’ordine e la sicurezza interni.
“La Casa Circondariale di Cuneo è diventata un altro dei numerosi gironi infernali che caratterizzano l’attuale sistema penitenziario italiano: risse, aggressioni al personale, violenze e proteste di ogni genere, autolesionismi e tentate evasioni! Ciò nonostante i detenuti della struttura vivono in uno stato di autogestione pressochè completa, decidendo orari e modalità di spostamento o di permanenza in cella”. Dichiara Leo Beneduci Segretario Generale Osapp (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria).
“La situazione nel carcere di Cuneo – continua – è totalmente fuori controllo vista la presenza di soli 2 ispettori in servizio a fronte di una pianta organica di 27; che il Dap, ovvero l’amministrazione penitenziaria centrale abbia totalmente fallito lo dimostra anche il fatto che l’assoluta incuranza e la completa disattenzione gestionale ed organizzativa sono agite nei confronti di un carcere che ospita oltre 40 detenuti del circuito di cui all’art.41bis dell’ordinamento, per norma e definizione i più pericolosi in assoluto e che presto dovrebbero addirittura raddoppiare.
Per quello che sta accadendo nel carcere di Cuneo come in almeno il 70% delle altre carceri sul territorio nazionale qualcuno dei responsabili nazionali dovrà prima o poi risponderne ma, per adesso gli unici ad essere penalizzati con turni di lavoro massacranti di 14 ore continuative ed oltre, senza fruire di riposi o ferie, con danni fisici e morali subiti ogni giorno e con il continuo timore di conseguenze disciplinari e penali benché quasi sempre e nei fatti immotivate.
Il sistema penitenziario ha evidentemente alzato bandiera bianca – conclude Beneduci – e non per l’assenza di regole e leggi nè per il disamore al lavoro e al sacrificio da parte della Polizia penitenziaria che continua ad esserci nonostante tutto, bensì per le incapacità di quei vertici che la politica continua a mantenere al loro posto benché avessero già fallito con i precedenti governi. Pressochè scontato per l’Amministrazione e il sistema penitenziario il paragone con il disastro del Titanic in cui, mentre la nave stava affondando, l’orchestra continuava a suonare e i ‘capi’ ovvero i passeggeri della prima classe, sicuri di salvarsi i ogni caso, continuavano a ballare”.