Tra revisionismo e propaganda. Così Mosca prova a riscrivere la Storia (formiche.net)

di Duccio Fioretti

La Russia celebra l’anniversario dell’invasione 
sovietica della Polonia del 1939, riscrivendo la 
storia e presentandola come un’operazione di 
salvataggio per le minoranze. 

Rimuovendo però la scomoda alleanza con la Germania nazista

Disinformazione? Propaganda? Revisionismo storico? Forse un po’ di tutto ciò? Difficile definire quello che è successo martedì, quando il ministero degli Esteri russo ha pubblicato un video sui social media per commemorare l’85º anniversario dell’invasione della Polonia nel 1939 da parte dell’Unione Sovietica. O meglio, l’operazione di tutela delle minoranze russofone.

Secondo Mosca, infatti, quella del settembre ’39 non è stata affatto un’invasione. Ad affermarlo è lo stesso ministero degli Esteri russo, che sulla piattaforma X scrive: “Il 17 settembre 1939, l’Armata Rossa lanciò un’operazione militare nelle regioni orientali della Polonia, prevenendo il genocidio della popolazione della Bielorussia occidentale e dell’Ucraina occidentale”.

Dimenticando che la cosiddetta “operazione militare” sia avvenuta in collaborazione con la Germania nazista, con cui l’Unione Sovietica aveva segretamente concordato di spartirsi il Paese attraverso il Patto Molotov-Ribbentrop. Non a caso, solo sedici giorni prima dell’intervento delle truppe russe era stata la Wehrmacht ad invadere la Polonia, dando inizio alla Seconda Guerra Mondiale.

Al post su X è stato allegato un video dove si afferma che descrivere l’Unione Sovietica come “aggressore” sarebbe contrario alla verità storica, poiché Mosca non aveva altra scelta se non invadere la Polonia; in caso non l’avesse fatto la Germania avrebbe conquistato tutto il territorio polacco, lasciando la Russia in una posizione di debolezza strategica.

Lo scorso giovedì, al post in questione arriva un commento di una sola parola: “Davvero?”. A firmarlo è l’account ufficiale del ministero degli Esteri tedesco. Che però ha anche pubblicato una mappa della Polonia, con le firme in calce del dittatore sovietico Joseph Stalin e dell’allora ministro degli Esteri della Germania nazista Joachim von Ribbentrop, che mostra come il Paese sarebbe stato diviso a tavolino. Aggiungendo gli hashtag “#MolotovRibbentropPact” e “#HitlerStalinPact”.

Il presidente russo Vladimir Putin promuove da tempo teorie pseudo-storiche e revisioniste per giustificare l’espansionismo di Mosca, tanto nel passato quanto nel presente. Queste letture storiche sono state impiegate anche per giustificare l’aggressione contro la vicina Ucraina.

All’inizio di quest’anno, in un’intervista con l’opinionista conservatore americano Tucker Carlson, lo stesso Putin ha affermato che la Polonia era da biasimare per l’invasione da parte della Germania nazista, provocando un rabbioso rimprovero e una verifica dei fatti da parte del ministero degli Esteri polacco.

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