di Giovanni De Luna
A noi
Tra i vari compiti che potranno assolvere i giovani che sceglieranno di fare il servizio civile in agricoltura figurano, oltre ad attività di assistenza ai disabili e ai “fragili” e servizi di tipo educativo per bambini o ragazzi, anche «iniziative di conoscenza, promozione e tutela dei prodotti agricoli e alimentari del made in Italy» e la trasmissione di competenze «per prevenire e contrastare i disturbi legati all’alimentazione o per ridurre lo spreco alimentare e valorizzare l’economia circolare».
È un modo come un altro per ribadire quello che per gli uomini e le donne di Fratelli d’Italia sta diventando la loro vera ossessione sovranista: guardare al made in Italy soprattutto dal punto di vista commerciale e valutarne gli eventuali benefici solo in termine dei profitti che se ne possono trarre.
IL PROGETTO
Secondo il ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida (affiancato nella sua ultima performance, al G7 dei giovani, dal Ministro delle Politiche giovanili, Andrea Abodi) in questo modo i mille volontari (questo è il numero massimo previsto dal progetto) avranno la possibilità di «servire la Patria con un’attività di valore agricolo».
Sulla bocca di Lollobrigida questo accostamento tra la patria e l’agricoltura evoca immagini non proprio edificanti: Mussolini che nell’Agro pontino è impegnato nella trebbiatura, a torso nudo e con il consueto cipiglio; la “battaglia del grano”, che sprofondò il mondo rurale italiano e il lavoro nei campi in una dimensione epica («È l’aratro che traccia il solco ma è la spada che lo difende») al cui interno anche l’autosufficienza alimentare diventava un obbiettivo bellico; le iniziative legate alle bonifiche che davano l’idea di un territorio domato dal regime, di una natura imbrigliata, sconfitta, per celebrare la grandezza del fascismo; gli ammassi obbligatori con cui si tentò invano di combattere le speculazioni di chi, durante la guerra, “faceva la borsa nera”.
Niente paura però: nel progetto di Lollobrigida non ci sono riferimenti a un’agricoltura vincolistica. Il servizio civile agricolo non sembra l’anticamera della militarizzazione del settore.
E il riferimento alla Patria vede infrangersi ogni riferimento malizioso al retroterra ideologico di Lollobrigida sugli scogli insormontabili delle leggi di mercato
(Mussolini e la trebbiatura)