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Quei criminali arruolati da Putin che tornano in Russia ancora più delinquenti (ilfoglio.it)

di Adriano Sofri

Piccola posta

Il Washington Post riferisce di un assassino tirato fuori dalla galera nel 2022 per militare nella Wagner e tornato in patria. Uccise una donna di 85 anni, fu rimesso in galera, e, nella scorsa estate, riliberato e riarruolato

Putin ha firmato mercoledì la legge che esonera gli imputati in attesa di giudizio e gli stessi indagati dalla prosecuzione del processo in cambio dell’arruolamento. La legge, proposta dalla Corte Suprema e approvata dalla Duma, estende dunque a giudicandi e sospettati la cancellazione del debito con la giustizia da tempo applicata ai prigionieri condannati, compresi i criminali più incalliti e gli assassini più efferati.

La si può considerare come un’amnistia universale e a questo punto anche preventiva, sia pur condizionata – alla morte e alla mutilazione. Non c’è, o almeno non che io sappia, un’informazione attendibile su quanti dei detenuti (e delle detenute, l’affare riguarda anche loro) sopravvivano al servizio al fronte per i sei mesi previsti dal contratto. Diciamo che il provvedimento è una combinazione fra l’amnistia e la roulette russa. Una eventuale pena di morte per mano nemica.

Esistono bensì notizie diffuse sugli effetti civili del ritorno dei reduci dal semestre d’azzardo, un rialzo ingente della temperatura criminale. Il Washington Post di ieri riferiva di un caso che avrebbe fatto la felicità di Fjodor Dostoevskij: un assassino comune tirato fuori dalla galera nel 2022 per militare nella Wagner e tornato in patria dopo un semestre fortunato, uccise una donna di 85 anni, fu rimesso in galera, e, nella scorsa estate, riliberato e riarruolato. Ne hanno dato notizia i parenti della donna.

La nuova misura dovrebbe portare al fronte ucraino 24 mila freschi combattenti. Molto più che la sporca dozzina. Siamo fra il rimpinguamento del servizio militare e la riduzione del sovraffollamento carcerario: abbiamo tutti qualcosa da imparare. Secondo Olga Romanova, portavoce dell’associazione “Russia dietro le sbarre”, all’inizio di quest’anno già 53 prigioni erano state chiuse perché la maggioranza dei loro reclusi era stata reclutata.

Mi piace leggere i commenti. Fra qualche centinaio di commenti del WP, parecchi prevedono un inevitabile incremento nelle procedure giudiziarie della Federazione russa, così da realizzare una mobilitazione ombra – dalla mobilitazione ufficiale Putin si tiene più che può alla larga.

Inoltre, lo stato abominevole delle carceri e le vessazioni e le angherie contro i detenuti funzionano come un incentivo a firmare. (Entro dicembre, Putin ha annunciato anche una “ordinaria” coscrizione obbligatoria di 133 mila uomini fra i 18 e i 30 anni: per un anno).

Un commento dice: “Ho avuto un incubo stanotte. Ho sognato che vivevo in Russia”. Un altro: “E qua da noi il criminale lo eleggiamo dritto alla Casa Bianca”. Un altro ancora: “Putin ha la sua occasione per arruolarsi”.
(La mobilitazione è anche un punto dolente dell’Ucraina, come si sa. E anche l’Ucraina recluta condannati volontari, ma con delimitazioni molto più rigide quanto ai delitti e alle pene).

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