L’azione, così umana, di mettersi nei panni altrui davanti ai migranti in Albania (ilfoglio.it)

di Adriano Sofri

Piccola posta

L’arrivo del primo sparuto drappello di castigati, con un passo di sbarcati ancora ubriachi di mare.

Quanto alluminio in questo centro, e la tassativa esclusione del legno

Ho guardato con tutta l’attenzione di cui sono capace le riprese filmate del penitenziario italiano in Albania. Le autorità sono state molto liberali, e hanno consentito di visitare e mostrare i fabbricati, “i moduli”, la profusione di alluminio e altro metallo, la tassativa esclusione di legno, i locali di dimora coi quattro letti, a castello due a due, la pavimentazione verde-lenitiva, gli arredi – quattro sedili tondi senza spalliera in un blocco unico col tavolino rotondo tutto metallico, il reparto destinato ai richiedenti asilo, quello destinato ai respinti, e la struttura minore a parte adibita a galera nella galera, con le 20 celle chiuse da riservare agli ospiti che commettano reati o altre trasgressioni.

La sala con lo schermo televisivo nel quale gli ospiti potranno vedere Roma e i giudici che decideranno di loro, della loro sorte da remoto. Tutto questo ad altezza d’uomo, se questo è un uomo.

Poi generose riprese aeree, droni, con l’intero paesaggio di baraccamenti e il pavimento verde che così può ricordare un prato d’erba tagliata cortissima, rasa al suolo, che costituirà l’intera Italia camminabile dagli ospiti, perché fuori dall’alto recinto è Albania ed è vietata.

Cercate di capirmi. Ho guardato e riguardato come chi immagini di trovarcisi, a un titolo qualunque. Può succedere a quasi tutti, infatti. La vita può aiutare a compiere l’azione così tipicamente umana, di mettersi nei panni altrui.

Quella che spinge a guardare e riguardare la scena, compreso, ieri, l’arrivo del primo sparuto drappello di castigati, con un passo di sbarcati ancora ubriachi di mare, e a interrogarsi su quale sarà lo spazio prescelto dal primo di loro e dei loro imminenti successori per togliersi la vita.

Occorrerà ingegnarsi, in quel dispensario d’alluminio.

(ANSA)

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