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Mentre il governo respinge 12 migranti, Confindustria chiede 120mila immigrati all’anno (corriere.it)

di Antonio Polito

Nei prossimi anni mancheranno all'appello più 
di un milione di lavoratori

Mentre il governo è impegnato in una guerra termonucleare con la magistratura, per il respingimento in Albania di 12 migranti, Confindustria attraverso il suo Centro studi, ha fatto sapere che ha bisogno dell’ingresso di 120mila lavoratori stranieri all’anno nei prossimi cinque anni, per un totale di 610mila.

In realtà ne servono molti di più di lavoratori, soltanto per mantenere i ritmi di crescita previsti. Nei prossimi cinque anni mancheranno all’appello 1.300.000 lavoratori. Confindustria spera di prenderne almeno 700mila dal bacino degli inattivi, cioè alzando il tasso di occupazione. Ma non basteranno.

La situazione è talmente critica che alcune confindustrie locali, come quella del Friuli Venezia Giulia, stanno finanziando dei corsi di formazione in Africa per preparare il personale di cui hanno bisogno.

Il calo demografico sta già facendo sentire i suoi pesanti effetti sul mercato del lavoro. È chiaro che questo problema non si può risolvere riempiendo l’Italia di immigrati, ed è anche chiaro che il fenomeno del mercato degli esseri umani e della clandestinità va contrastato, perché è fonte di problemi economici, sociali e anche morali.

Ma dovrebbe essere altrettanto chiaro che, mentre investiamo così tante energie per respingere i migranti irregolari, dovremmo fare lo stesso per rendere più facile, più veloce e più accogliente l’ingresso di migranti economici regolari nel nostro Paese.
Nel 2050, cioè tra appena 25 anni, l’80% di tutti i nati nel mondo sarà nato in Africa.

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