In Libia, l’inferno è ancora il presente, la pace una chimera proiettata in un futuro senza tempo.
“Sospinti dalla risacca, i cadaveri vengono trascinati sulle spiagge non lontano da Tripoli. Pescatori e operatori della Mezzaluna Rossa li rinchiudono pietosamente nelle sacche di plastica nera. Anche stavolta ne sono servite diverse di piccole e bianche.
Quattro stragi in meno di una settimana: più di 100 morti e altre 160 persone sparite dopo aver preso il largo. Mentre dal Dipartimento di Stato Usa arriva un dossier che accusa ancora una volta il governo centrale di aver chiuso un occhio e non di rado perfino di cooperare con i trafficanti…”.
Così Nello Scavo su l’Avvenire. Altro che pacificazione della Libia, come i media compiacenti avevano salutato l’accordo di cessate il fuoco raggiunto dal capo del Governo di accordo nazionale (Gna), Fajez al-Sarraj e il presidente del parlamento di Tobruk, Aguila Saleh. Accordo peraltro rigettato dall’uomo forte della Cirenaica, il generale Khalifa Haftar.
In Libia, l’inferno è ancora il presente, la pace una chimera proiettata in un futuro senza tempo.
Omertà e complicità
“Le promesse di indagini e arresti in Libia contro i trafficanti si sono rivelate un fiasco – annota ancora Scavo – Pochi giorni fa il Dipartimento di Stato Usa ha completato il rapporto annuale sul traffico di persone nel mondo. «Il governo di Tripoli – si legge nel duro capitolo sulla Libia – non ha riferito se ha perseguito o condannato persone coinvolte nelle indagini su 205 sospetti trafficanti avviate dall’ufficio del procuratore generale”.
E se è vero che “gli osservatori internazionali hanno continuato a segnalare la complicità di funzionari governativi coinvolti in operazioni di traffico di esseri umani e traffico di migranti, inclusi funzionari della Guardia costiera libica, ufficiali dell’immigrazione, funzionari della sicurezza, funzionari del ministero della Difesa, membri di gruppi armati formalmente integrati nelle istituzioni statali”, è oramai accertato che “vari gruppi armati, milizie e reti criminali si sono infiltrati nei ranghi amministrativi del governo e hanno abusato delle loro posizioni per impegnarsi in attività illecite, compreso il traffico di esseri umani» … leggi tutto