“Questo disastro sta mostrando la vera identita’ del Libano.
Lo stiamo affrontando tutti insieme, musulmani e cristiani, libanesi e rifugiati siriani. E’ iniziato un lungo cammino di guarigione, e possiamo farlo uniti”.
A parlare con l’agenzia Dire e’ suor Antoinette Assaf, una delle 40 Suore del Buon Pastore che dal 1893 lavorano al fianco delle fasce piu’ vulnerabili della popolazione in Libano e Siria.
L’intervista si tiene a tre settimane dall’esplosione in un magazzino nel porto di Beirut, che il 4 agosto ha distrutto una parte della capitale provocando piu’ di 200 morti, oltre 5.000 feriti e decine di migliaia di sfollati. Suor Assaf dice che la situazione resta critica.
“L’esplosione e i giorni che sono seguiti – ricorda – sono stati scioccanti, un incubo dal quale tutti volevamo svegliarci al piu’ presto”.
L’incidente nel porto, spiega la monaca, ha colto il Libano in una situazione gia’ molto complessa. Suor Assaf sottolinea che “piu’ della meta’ della popolazione vive al di sotto della soglia di poverta’”. Alla crisi economica poi si e’ aggiunta la pandemia di Covid-19. Il Libano sta ora attraversando una seconda ondata di contagi … leggi tutto