di Angelo Panebianco
La proposta del 2016 tentava di riformare il Parlamento,non di sfregiarlo
Se si spera di limitare il danno, di attenuare le conseguenze negative della probabile vittoria di un referendum che non si condivide o i cui contenuti lasciano perplessi , si può ricorrere all’una o all’altra di due strategie.
La prima consiste nel «bacio della morte», ossia mi schiero a favore del «Si», ma usando argomenti opposti a quelli dei proponenti del referendum: vuoi ridurre i parlamentari per colpire la «casta», in nome della tua ostilità al Parlamento e alla democrazia rappresentativa?
E allora io dichiaro di condividere l’intento del referendum(il taglio dei parlamentari) non per adesione all’antiparlamentarismo ma per sostenere il principio contrario: perché voglio rendere più efficiente il Parlamento, rafforzare anziché ferire la democrazia rappresentativa . Addirittura , sostengo che la vittoria del sì potrebbe favorire altre, bellissime e ambiziosissime, riforme costituzionali.
Dove sta il vantaggio della strategia «bacio della morte»? Nel fatto che in caso di vittoria del sì, gli antiparlamentari che lo hanno promosso potranno gridare vittoria solo a metà. Perché avranno concorso al successo del referendum anche diversi fautori della democrazia parlamentare. L’altra strategia tesa a limitare il danno consiste nel sollecitare più «no» possibili.
Anche se vincerà il sì, ci saranno abbastanza no per ricordare che esistono molti difensori della democrazia rappresentativa, per nulla attratti dall’antiparlamentarismo. Dopo aver preso in considerazione la strategia «bacio della morte», chi scrive ha preferito scartarla e schierarsi a favore del no … leggi tutto