"Le rinunce non sono tante".
Lo ha detto Chiara Valerio, curatrice del programma di Più libri più Liberi, a margine della conferenza stampa di apertura della fiera della piccola e media editoria alla Nuvola dell’Eur a Roma, sulle polemiche nate dall’invito del filosofo Leonardo Caffo, imputato per maltrattamenti all’ex compagna.
Ma perché non sono state tante? Lo testimoniano i numeri di una editoria talmente in crisi che non può permettersi neanche di disertare una rassegna. Ecco le condizioni in cui versa e perché è stata costretta a turarsi il naso…
(Chiara Valerio, Fabio Del Giudice e Annamaria Malato)
Perché d’accordo le polemiche, d’accordo l’attivismo, d’accordo l’indignazione, d’accordo il disvelamento degli interessi pecuniari della comitiva amichettistica (caro Fulvio Abbate, la crepa che hai aperto nelle mura del castello si allarga, prepariamo i forconi) per cui dagli al patriarcato tossico ma solo se non faceva parte dei figli d’anima della buonanima (o dell’anima de la morta), ma di fronte a posti di lavoro che si perdono, del panettone (anche se del discount e poco bioetico) da dovere mettere in tavola, delle famiglie che anche i piccoli e medi editori tengono, come fai ad arrivare fino alla bara dove la Valerio sonnecchia adagiata sulla seta damascata e impalettarla restando poi a rimirare quegli occhialini adagiati su un mucchietto di cenere?
(Leonardo Caffo, Zerocalcare e Fumettibrutti)
Più Libri più Liberi non è una fiera: è un maniero dove i piccoli e medi editori sono sequestrati dalle alte cancellate della crisi economica. E dove i vampiri banchettano.
(Noi accendiamo i nostri pick-up, indossiamo gli stivali, carichiamo le balestre, andiamo nelle chiese a rubare l’acqua santa con la quale riempire i preservativi per le molotov contro il Moloch, risvegliamo dal sonno i Cappellani Militari saio e pistolone con pallottole argentate.
Non sono forse i Libri il luogo in cui il Bene combatte il Male?).