Su idea dell’eco-runner, Roberto Cavallo, sono state analizzate le nevi rimaste in Val d’Aosta alla fine dell’estate 2019.
Coinvolte nella ricerca la Cooperativa Erica, lo European Research Institute, VdaTralier e l’Aica. I campioni analizzati dall’Arpa
Alte montagne incontaminate? Non più. La plastica è nel mare e ora si scopre che è anche nella neve. In un anno 200 milioni di frammenti all’anno «nevicano» sulle montagne della Valle d’Aosta, che corrispondono a 25 chili. Sono i primi risultati della ricerca effettuata sulle nevi residue delle nevicate dell’anno grazie ai campionamenti effettuati in Valle d’Aosta in occasione del Tor des Géants 2019.
La Cooperativa Erica, in collaborazione con lo European Research Institute e VdaTralier che organizza il Tor des Géants, e l’Associazione Internazionale per la Comunicazione Ambientale (Aica), ha condotto nel corso dell’ultima edizione della corsa in montagna, nel mese di settembre 2019, una campagna di campionamenti sulle nevi residue di inverno e primavera precedente, i cui risultati sono stati pubblicati in un primo dossier intitolato «Nevica Plastica».
Su idea del testimonial eco-runner, Roberto Cavallo, si è pensato di analizzare dunque le nevi che restano alla fine dell’estate. Sono stati individuati quattro siti: il rifugio Deffeys, nel Comune di La Thuile, che richiede oltre 2 ore e mezza per essere raggiunto a piedi, ai piedi dell’omonimo ghiacciaio, il rifugio Miserin, nel parco del Monte Avic, a poco più di un’ora da dove si può lasciare l’auto, il rifugio Cuney, il più alto rifugio delle Alte Vie valdostane a oltre 2.600 metri di quota, e il col du Malatrà a quasi 3.000 metri di altitudine, che separa la Val Ferret dalla Valle del Gran San Bernardo … leggi tutto