di Emanuele Bracco, Maria De Paola, Colin Green e Vincenzo Scoppa
La retorica “anti-immigrati” ha effetti reali sul benessere delle persone e soprattutto sui bambini.
Lo dimostra uno studio che certifica l’aumento degli atti di bullismo negli anni delle elezioni nei comuni dove la Lega ha un forte supporto elettorale.
La retorica anti-immigrati
L’emergenza Covid-19 ci ha risparmiati per qualche tempo da quella retorica leghista che aveva fatto dell’immigrazione il problema numero uno: ne derivavano criminalità, disoccupazione, disagio delle classi più povere, mancanza di servizi e qualunque altra cosa. Resta però immutato il fatto che in Italia, come in molti altri paesi, i partiti anti-immigrazione godono oggi, come nel periodo pre-emergenza sanitaria, di un ampio consenso.
I leader di questi partiti sono noti per l’utilizzo di una retorica estrema. Famoso il caso di Umberto Bossi, che nel 2003 suggeriva alle autorità italiane di aprire il fuoco sulle imbarcazioni che trasportavano migranti (intervista al Corriere della Sera, 16 giugno 2003).
Non meno altisonanti sono le affermazioni di Matteo Salvini, basta citarne due recentissime: “Arrivano altri immigrati che staranno a scrocco, questa gente non la vogliamo” e “Perché il governo importa immigrati infetti?”
Lo stesso tipo di retorica è stata utilizzata durante il referendum sulla Brexit del 2015 e durante la prima campagna presidenziale di Donald Trump. L’effetto della retorica divisiva è dannoso per la società: ci sono, ad esempio, studi che mostrano come nel Regno Unito, dopo il referendum, si sia verificato un notevole aumento dei crimini d’odio (Meleady et al., 2017; Shilter, 2018) e che la stessa tipologia di reato sia significativamente più frequente nei comuni italiani dove è al potere un sindaco di estrema destra (Romarri; 2019).
Effetti negativi possono manifestarsi anche tra i banchi di scuola: sembrerebbe ad esempio che l’elezione di Trump sia coincisa con un aumento degli atti di bullismo a sfondo razziale (Huang and Cornell, 2019) … leggi tutto