di Marianna Gulli
L'immigrazione è prevalentemente femminile, per circa la metà europea e viene proviene per tre quinti da paesi di tradizione culturale cristiana
Sono circa un milione e 200mila gli stranieri residenti in tutta la Lombardia, il 22% del totale nazionale.
Solo a Milano ce ne sono 492mila. Così il capoluogo lombardo si conferma la seconda provincia italiana, dopo Roma, per numero di stranieri residenti. Il 36% del totale lombardo proviene da paesi europei, al primo posto c’è la comunità rumena, seguita da quella egiziana, marocchina, albanese e cinese.
A snocciolare i dati è il Centro studi e ricerche Idos in collaborazione con il Centro studi e confronti e l’Istituto Pio di studi politici San Pio V nel ‘Dossier statistico sull’immigrazione 2024’, presentato oggi – 29 ottobre – presso la sede di Emergency in via Santa Valeria a Milano.
La realtà dei dati
I dati “smentiscono la retorica di un’immigrazione fuori controllo e soprattutto della prevalenza di immigrati maschi e musulmani – afferma Maurizio Ambrosini, docente di Sociologia delle migrazioni alla Statale -. L’immigrazione in Italia è sostanzialmente stazionaria da una dozzina d’anni a questa parte. Siamo intorno ai 5,3 milioni di immigrati regolari più mezzo milione di immigrati irregolari stimati”.
Ambrosini spiega che l’immigrazione è prevalentemente femminile, per la metà europea e viene proviene per circa tre quinti da paesi di tradizione culturale cristiana. “Rifugiati e richiedenti asilo, che sono l’oggetto dello scontro ideologico sono circa 450mila, cioè meno di un decimo del totale e 50mila sono ucraini, che sono tenuti fuori dal dibattito”, prosegue il professore.
L’inverno demografico: il vero problema
Non siamo, dunque, ‘invasi’. Lo sottolinea anche la segretaria di Cisl Lombardia, Roberta Vaia, per cui l’immigrazione non è un fenomeno preoccupante. “La vera emergenza è il cosiddetto ‘inverno demografico’ del nostro paese, che i cittadini stranieri potrebbero aiutare a colmare – prosegue Vaia -: l’unico modo per fermarlo è quello di regolarizzarsi, lavorare e coabitare con le persone nate in Italia”.
Alla presentazione del report c’era anche l’assessore al Welfare del Comune di Milano, Lamberto Bertolè, che ha colto l’occasione per criticare la gestione dei flussi a livello nazionale: “Il nostro paese continua ad affrontare il fenomeno della migrazione in maniera emergenziale, invece che strutturale, con leggi inadeguate che generano marginalità. Abbiamo migliaia di persone in Italia che chiedono asilo politico, protezione umanitaria e che per la poca organizzazione nazionale su questi temi hanno tempi lunghissimi”, fatto che secondo Bertolè “ricade inevitabilmente sugli enti locali come il comune di Milano”.
(Di © Steffen Schmitz (Carschten) Wikimedia Commons)