L’idem sentire tra Cinquestelle e Pd ormai è totale, anche se strumentale alla tenuta del governo,
dal taglio alla politica ai decreti sicurezza, passando per i sussidi a pioggia e la rinuncia a condannare i regimi autoritari, ma davvero i democratici possono pensare di chiedere voti di sinistra associandosi a Giuseppi, Dibba e agli amici del primo presidente antiamericano degli Stati Uniti?
C’è un altro referendum che sarebbe interessante convocare nelle prossime settimane tra i leader della cosiddetta alleanza strategica che governa il paese.
Abbiamo già visto che c’è un idem sentire tra i grillini e i piddini sulle questioni cruciali degli ultimi tempi, dai decreti sicurezza alla mutilazione del Parlamento, dalla gogna delle intercettazioni alla vergogna della spazzacorrotti, fino allo spreco di denaro pubblico in sussidi per monopattini e altre pinzillacchere, alle operazioni di nazionalizzazione dell’economia e alla rinuncia a riformare in modo strutturale il sistema sanitario con i prestiti del Mes.
Una condivisione di vedute che in politica estera si estende fino all’irrilevanza sugli scenari globali, ancora più irrilevante del solito e, dalla Bielorussia ad Hong Kong, dalla Russia alla Cina, addirittura fino alla solidarietà con i regimi dispotici e autoritari anziché con i dissidenti e gli oppositori che vengono uccisi e avvelenati.
Non è il caso del Pd, ovviamente, ma il Pd in linea di principio non è nemmeno favorevole ai decreti sicurezza, alla spazzacorrotti, alla nuova legge sulle intercettazioni e ha votato tre volte contro il taglio dei parlamentari gridando all’attentato alla democrazia, ma piaccia o no è diventato un partito follower della piattaforma Rousseau associati in nome di una grande alleanza strategica per salvare il paese dai populisti, ma che finora pare premiare i populisti di ogni ordine e grado, dai Cinquestelle alla Lega e alla Meloni … leggi tutto